La nascita della vita è un caso ?… pare di NO !
Da recenti scoperte effettuate da studiosi e ricercatori del laboratorio di fluidi complessi e biofisica molecolare dell’Università di Milano (Italy) e pubblicati su “Science”, nell’acqua i frammenti di DNA, secondo questo studio, hanno la tendenza “spontanea” a formare cristalli liquidi, ossia strutture molto ordinate nelle quali le molecole si collocano in modo regolare; i frammenti di DNA tendono ad aderire gli uni agli altri formando catene fisiche più lunghe delle singole molecole, spiega Tommaso Bellini, uno degli autori dello studio.
Questa è una importante scoperta perché dimostra inequivocabilmente le proprietà di auto organizzazione della materia e potrebbe fornire la prova di cio’ che sarebbe avvenuto alle origini della Terra, perché questo fenomeno avrebbe favorito la nascita nel mondo prebiotico di legami chimici a partire da frammenti di DNA.
Questa ricerca dimostra anche le proprietà della materia (che essa ha insita a livello subatomico, atomico, molecolare ecc.) di e quindi dell’UniVerso, avere in sé un “Programma di Vita” e quindi anche nell’ acqua (solvente primordiale) proprietà di aggregazione da studiare e da “riscoprire”…ma già inizialmente ben enunciate da Benveniste, nella sua ricerca primordiale ma importante, sulla memoria dell’acqua e sulle sue proprietà aggregatrici (cluster dell’acqua) a livello sub atomico, atomico e molecolare.
L’UniVerso è un desiderio Spirituale che diviene un sogno (Progetto di Vita), creando un suono coerente informato, omnipresente nell’Infinità che fa emanare dal Vuotoquantomeccanicol’in-form-azione/energia (ciò che si sta formando/con il movimento, la vibrazione), prodotta dal sogno stesso, che per mezzo della Cimatica muove, fa vibrare l’energia informata, emettendo suoni armoniosi e coerenti di informazione, e creando, come un’orchestra, ed in contemporanea, i vari livelli della Mater-Ia cosi informata – La salute e/o la “malattia” sono solamente la coerenza o l’incoerenza di questo immutabile processo.
La vita nasce dalla geometria frattale….
La Materia non è altro se non la luce catturata attraverso la gravità
By: Fred Alan Wolf – Fisico
Nel corso della storia umana ci sono stati migliaia di casi, molti menzionati anche nella Bibbia e anche anteriormente ad essa, in cui una persona, come Gesù, è apparsa e scomparsa di fronte ad una serie di tesimoni composta da diversa gente.
Gli studiosi chiamano l’apparizione e la sparizione di persone e cose “materializzazione” e “smaterializzazione”.
Esistono prove sostanziali della materializzazione non solo in Inghilterra e negli Stati Uniti, ma anche in altri Paesi, come il Brasile, in cui si sono verificate materializzazioni in pieno giorno e in presenza di centinaia di scettici irriducibili.
Il libro di David Ash e Peter Hewitt, The Vortex (Il Vortice, 1994) non reperibile in italiano, fornisce, tra l’altro, una spiegazione scientifica della materializzazione.
Gli autori sostengono che la formula di Einstein E=mc2,, dove l’energia è uguale alla massa per la velocità della luce al quadrato, dimostra che la massa “m” è equivalente all’energia “E”. La Materia, fino a poco tempo fa, apparentemente inespugnabile nella sua solida trincea, si è dimostrata, agli occhi dell’uomo del 20° secolo, essere Energia pura.
E’ stato scoperto che, in ultima analisi, i corpi fisici, anche quelli in apparenza più pesanti e voluminosi, sono fatti di “ LUCE COAUGULATA”. Questo concetto oltre ad essere stato rilevato da Spiriti Superiori al medium Chico Xavier, fu confermato dai fisici quantistici Bob Toben e Fred Alan Wolf che nel 1975 dissero:
La MATERIA NON E’ ALTRO se NON la LUCE CATTURATA ATTRAVERSO la “GRAVITA”…
Questo spiega come avvengono la materializzazione e la smaterializzazione, con la materia che viene trasformata in energia. Quando si cerca di argomentare che questa equazione è puramente teorica e che non può essere dimostrata, si dovrebbe ricordare che bastarono meno di 30 grammi di materia per produrre l’energia che distrusse Hiroshima.
Il vortice è l’effettivo ruotare di atomi e molecole. Ash e Hewitt sostengono, sulla base dell’equazione di Einstein, che, dal momento che la materia e la luce condividono un movimento comune, l’effettiva velocità di rotazione del vortice deve essere la velocità della luce.
Essi affermano che questo è l’unico significato che si può attribuire all’equazione di Einstein, in quanto, è grazie al fatto che il vortice ruota alla velocità della luce che è possibile leggere questa pagina o vedere con occhi fisici una persona, gli alberi, il cielo e qualsiasi altra cosa. Nel 1935 Einstein e il suo collaboratore Nathan Rosen hanno presentato la loro teoria riguardante il funzionamento dei buchi neri: ritenevano che un buco nero fosse in realtà un ponte che collega l’universo a un altro possibile universo, e non una semplice apertura o squarcio nello spazio-tempo, come si era creduto sino ad allora.
Solido come me e te
Ash e Hewitt si domandano: per quale ragione la velocità di rotazione del vortice dovrebbe essere limitata alla velocità della luce ? Essi sostengono che, ogni qual volta il movimento del vortice eccede la velocità della luce, una persona entra in una nuova dimensione, in un nuovo mondo, quello della superenergia.
Ma in quella nuova dimensione, la persona e la cosa sono solide come noi lo siamo in questa dimensione. L’unica cosa è che i vortici ruotano ad una velocità più elevata rispetto a quella della dimensione terrena.
Nella dimensione terrena, l’occhio umano (a meno che non sia quello di un chiaroveggente realmente dotato) non è in grado di vedere nulla della nuova dimensione, perché i nostri occhi sono in grado di distinguere una persona o una cosa solo quando il vortice di quella persona o di quella cosa, ruota, in questa dimensione, alla velocità della luce.
Ne consegue che la persona o la cosa che, in questa dimensione, si trova in uno stato di superenergia, è in grado di penetrare un solido muro di mattoni. Ciò è possibile in quanto gli atomi e le molecole del muro di mattoni ruotano più lentamente, della velocità della luce, aumentando e diminuendo le vibrazioni.
Una possibile spiegazione scientifica della materializzazione è che i vortici degli atomi dello spirito ruotano ad una velocità superiore a quella della luce e non possono essere visti dai nostri occhi fisici.
Ma certe energie fanno in modo che i vortici degli atomi del corpo spirituale ruotino ad una velocità inferiore a quella della luce. Quando ciò si verifica, lo spirito diventa visibile ai nostri occhi fisici. Per converso, ogni qual volta lo spirito intende smaterializzarsi, i vortici degli atomi spirituali aumentano la loro velocità di rotazione, ed esso non è più visibile con i nostri occhi fisici: sparisce in una dimensione diversa. Ash e Hewitt chiamano questa materializzazione “transustanziazione” per riflettere il cambiamento nella sostanza ma non nella forma. La transustanziazione non muterebbe la struttura atomica o molecolare di un corpo.
Per mezzo della transustanziazione un’intelligenza, un essere eterico, uno spirito dell’Aldilà o un oggetto possono materializzarsi o smaterializzarsi. Ma, come giustamente sottolineano Ash e Hewitt, quella smaterializzazione non è una dissoluzione. Sono l’accelerazione e la decelerazione della velocità dei vortici degli atomi che spiegano le storiche apparizioni dal nulla e le sparizioni di persone che si verificano sotto ai nostri occhi.
Ash e Hewitt forniscono diversi esempi di materializzazioni e smaterializzazioni ben documentate. La materializzazione è coerente con la tesi secondo la quale la vita continua dopo la morte fisica. Vedi la fenomenologia del medium Carlos Mirabelli, la cui materializzazione si verificò in Brasile in pieno giorno in presenza di scienziati e di tantissime altre persone.
Quindi dopo queste iniziali considerazioni, ci si può domandare come mai da un organismo unicellulare, si arriva ad uno pluricellulare, …..fino all’Uomo, struttura molto complessa ed organizzata; dal caos non nasce l’ordine, neppure per caso….vuol dire che “dentro” (vedi anche particella di Dio), alla base di ogni “cosa”, vi è un Progetto di Vita intelligente ed organizzato sempre più complesso (programma spirituale), progetto che è insito in ogni cellula, molecola, atomo, fotone, campo elettromagnetico, ecc.; quindi è insito nell’Infinito, Esso (il Programma di Vita=software) è ovunque….in ogni suo Punto, od Ente, pronto ad “esplodere” quando le condizioni gli sono propizie….o quando l’Ente decide di “apparire”….in questa dimensione.
Le PartiCelle (parti di una cella di Etere) si raggruppano negli atomi, poi nelle stelle, ecc.
L’atomo di idrogeno è il raggruppamento particolare più semplice. Ma la materia non tarda a constatare l’interesse che ha nel raggruppare le particelle tra loro, e tende a farne largo uso, per la sua intrinseca proprieta’.
La materia tende inizialmente a costituire dei raggruppamenti di nucleoni (protone carico positivamente o neutrone elettricamente neutro) più “grossi” del nucleo di idrogeno, dove il protone è solo. Essa unirà dei protoni e dei neutroni, per formare degli edifici stabili, o stabili per il periodo di tempo che permette a questi nuclei di “vivere”, vale a dire di esistere e di avere delle esperienze.
La materia constata che le particelle di stesso segno elettrico tendono a respingersi, mentre le particelle di segno opposto si attirano (interazioni ElettroMagneticbe – Yin e Yang).
Essa constata anche che, in generale, la materia attrae la materia e respinge l’antimateria (interazioni forti e gravitazionali).
La materia, infine, constata che certi edifici particolari hanno la tendenza a trasformarsi, cambiandosi l’uno nell’altro, andando da una forma instabile ad una forma meno instabile, fino a quando raggiungono un edificio stabile, che non sì trasforma più (interazioni deboli). In breve, la materia impara a conoscere le sue proprietà fisiche, e tende ad utilizzare queste proprietà per i raggruppamenti che desidera realizzare.
A fianco di questi raggruppamenti microscopici ai quali abbiamo assistito, e che riguardano alcune diecine di particelle che formano degli edifici complessi, un raggruppamento macroscopico giocherà un ruolo essenziale nell’UniVerso, ed è il raggruppamento della materia nelle galassie, e poi nelle stelle.
Quando, verso i 300 milioni di anni, apparve la materia, essa nacque dallo spazio in ciascun punto dì questo spazio, e in ciascun istante (per soddisfare la conservazione dell’energia). La si trova distribuita in modo quasi omogeneo in tutto Io spazio, ma non tarda a scindersi “in pezzi”, sotto l’effetto delle instabilità provocate dalle attrazioni gravitazionali. È cosi che la vasta nube pressoché omogenea che riempie intorno ai 300 milioni di anni tutto lo spazio dell’Universo si scinderà in quelle che vengono chiamate le “protogalassie“, che sono le forme primarie di ciò che sono state le galassie.
Ciascuna protogalassia è un’immensa nube di polvere, di circa un milione di anni-luce di diametro. Ciascuna protogalassia, per effetto delle forze dì instabilità gravitazionali, tende a scindersi essa stessa in pezzi di alcuni milioni di chilometri di diametro.
È la forma primaria delle stelle, o protostelle. Infine, le protostelle si condensano esse stesse per effetto delle forze gravitazionali, diminuendo il loro raggio e accrescendo sempre più la loro densità centrale… parte centrale che finisce per “accendersi” quando il calore raggiunge una temperatura di alcune centinaia di milioni di gradi, capace di accendere un gas composto essenzialmente di idrogeno.
Le stelle sono nate, l’UniVerso si illumina, si accende, ed assume la forma generale che conserverà per miliardi di anni.
Ed ecco la Vita !
Abbiamo visto che le particelle individuali di materia hanno una tendenza naturale a raggrupparsi tra loro: è la formazione di atomi, di stelle e di galassie. Come abbiamo allora notato, si può dire che le particelle di materia passano gradualmente dallo stato “solitario” allo stato “solidale”.
Ma non si tratta che della prima fase del raggruppamento particolare. È un raggruppamento nel quale ciascuna delle particelle di materia continua a comportarsi individualmente secondo delle leggi puramente fisiche.
Ognuna delle particelle, che appartengano ad un atomo o ad una stella, ha un comportamento che obbedisce alle stesse leggi, che sono le leggi fisiche. Ciò che sperano le particelle è di andare ancora più lontano e di creare adesso dei raggruppamenti che diano loro dei gradi ancora maggiori di libertà, che forniscano loro una possibilità ancor più grande di comportamento. E, a questo fine, le “particelle” inventano la Vita.
Nella Vita il raggruppamento di particelle non obbedirà che ai Simboli che sono associati alle Forme definite dalle leggi fisiche, e costruiranno un’immagine del mondo e del loro comportamento particolare fondato su un insieme dì Simboli più numeroso.
Si passerà dal minerale, che si riferisce soltanto alle leggi fisiche per render conto della sua struttura, al vegetale, poi all’animale, poi all’umano, prima di trovare (forse già esistente su altri pianeti diversi dalla nostra Terra) l’ultra-umano. Ad ogni stadio la serie di Simboli disponibili per crearsi un’immagine del mondo o per comportarsi tende ad aumentare, varcando delle “soglie” successive, come aveva ben colto Pierre Teilhard de Chardin.
Il numero di Simboli disponibili è di 256 per il mondo minerale, 65.536 per il mondo vegetale, più di 4 miliardi per il mondo animale, piu’ di 18 miliardi di miliardi per gli esseri umani.
Ritorneremo più oltre su questo importante aspetto del numero dei Simboli disponibili per ciascun regno del Vivente, dal minerale fino al di là dell’umano. Ci accontenteremo di segnalare fin da ora due mezzi utilizzati dalla Vita, mezzi che caratterizzano tutta l’evoluzione della Vita nell’UniVerso.
- Il primo mezzo è l’unità: ha Vita in un Organismo (vale a dire un raggruppamento dì particelle individuali che si uniscono per fare un Organismo “vivente”) non può aver luogo se l’Organismo di cui si tratta non dispone dì Simboli identici, non soltanto per formarsi un’immagine del mondo, ma anche per “funzionare”.
Vedremo come la Vita abbia “inventato” un mezzo per duplicare la memoria di una particella individuale, e fare di quest’ultima, attraverso successivi raggruppamenti di particelle individuali con altre particelle, un Organismo “vitale”. - Il secondo mezzo è, paradossalmente, opposto al primo: è la diversità. In effetti, con l’unità della memoria che caratterizza un solo Organismo determinato (e che gli permette di funzionare), la Vita crea delle strutture che sono “funzionalmente” identiche, vale a dire che hanno dei comportamenti quasi identici, e che dunque “fanno” la stessa cosa.
Per rimediare in qualche modo a questa limitazione, la Vita tende a creare simultaneamente altri Organismi, che funzionano anche sui Simboli disponibili al regno (o alla specie) considerato, ma che “funzionano” tuttavia su Simboli differenti da quelli utilizzati dall’Organismo affine.
È ciò che ho chiamato la diversità. Cosi, io sono un Organismo che dispone, in tutte le particelle che formano il mio corpo, di memorie “che funzionano” su Simboli identici (unità). Ma questi Simboli sono differenti da quelli utilizzati dalle memorie delle particelle individuali che costituiscono il corpo del mio vicino (diversità).
Tuttavia, gli insiemi di Simboli utilizzati dall’uno e dall’altro degli Organismi fanno parte degli insiemi di Simboli disponibili al regno, e cioè il regno umano. Ed è quanto mi fa dire che, io e il mio vicino, apparteniamo tutti e due al regno umano.
Unità e diversità sono i due caratteri principali della Vita. Definiremo, fra poco, qual è l’obiettivo della Vita, di ogni Vita: l’elevazione della CoScienza. Ma non andiamo più svelti della musica: converrà, in particolare, definire in primo luogo con precisione ciò che si chiama “CoScienza“.
La Vita: per far cosa ?
Le creazioni della Vita particolare per creare la Vita sono state molteplici; per essa sarebbe il caso di affermare: “rinviate mille volte al mestiere la vostra opera”. Essa, questo è certo, ria il tempo per sé, e tende ad utilizzarlo. Essa moltiplica i suoi tentativi, al fine di ottenere dei raggruppamenti sempre meglio adattati… ma adattati a che cosa ? Si tratta, indubbiamente, della prima domanda che dobbiamo porci.
Qual è il significato dell’evoluzione della Vita, in quale momento le particelle giungono a decidere che una loro creazione segna un progresso in rapporto alla creazione precedente ?
Si sono dette e scritte un mucchio di cose su questo soggetto; ed è certo che si tratta di una questione di grande rilievo, che a giusto titolo da sempre ha preoccupato l’intelligenza umana: La Vita: per far cosa ?
Si può esaminare il problema all’inverso, e domandarsi come Darwin: in quale momento una creazione del Vivente viene considerata come “riuscita” ? Darwin risponde, come è noto, che una struttura vivente è “riuscita” quando essa è ben adattata nei confronti dell’ambiente nel quale vive: è necessario poter svolgere nelle migliori condizioni le funzioni essenziali, vale a dire nutrirsi e riprodursi. Ma, lo si capisce, è questa una risposta assai incompleta, il Vivente non popola la Terra per nutrirsi e riprodursi: ha bisogno, per “sopravvivere”, di nutrirsi e di riprodursi, ma non è la sua vocazione profonda, la sua “missione” non può essere quella di occupare sempre più” posto sulla Terra e, in modo generale, nell’UniVerso. È vero, ma non è una ragione sufficiente.
Qualche anno or sono fornivo una ragione che non mi sembra più valida per niente, o che, in ogni caso, non mi sembra che possa essere considerata come la vocazione profonda del Vivente.
Scrivevo, nel 1966, in La Matière et la Vie: “Mentre si preoccupa di preservare la sua presente individualità e la sua futura discendenza, il Vivente giunge ad armonizzare la propria azione individuale con l’azione di tutti gli altri Viventi che lo circondano, in modo da preservare la vita dell’altro e assicurare la perpetuazione di tutto il fenomeno Vivente”.
Non può essere questa la ragione della vocazione del Vivente: è vero (ed è sorprendente) che la Vita forma un vasto “reticolo” in tutto l’UniVerso e che, almeno in linea generale, e per quanto è possibile percepire, tutto nella Natura si regge e si aiuta mutualmente, sostenendosi il Vivente sul Vivente che lo fiancheggia o che Io precede per nutrirsi e per assicurare la sopravvivenza della propria progenie: il mondo vegetale si nutre del mondo minerale, come il mondo animale si nutre del mondo vegetale, e la specie umana del mondo animale.
È vero, e per di più è naturale, poiché il Vivente si appoggia necessariamente sul Vivente che lo ha preceduto: si potrebbe immaginare un’ipotesi contraria ?
Ma, ancora una volta, ciò non può rappresentare la “vocazione” profonda del Vivente: io credo che l’evoluzione nell’UniVerso, ivi compresa l’evoluzione del Vivente, si sviluppi sulla base di valori Spirituali, come ci ha fatto intravedere fin dall’inizio la struttura stessa della particella, che possiede l’essenziale di questa struttura nella sua testa, e nella memoria che la riempie.
E il progresso del Vivente, cosi come il progresso nel comportamento particellare, è la crescita della Coscienza delle strutture che sono elaborate, a mano a roano che scorre il tempo.
Dobbiamo adesso rendere conto della parola “Coscienza”, che abbiamo già ampiamente utilizzata, promettendo che insisteremo sul suo significato preciso.
Abbiamo fatto nascere ogni particella di materia con un’onda PSI ed una memoria SIGMA.
L’onda PSI, abbiamo detto, è lo “sguardo” che tende, in una prima tappa, a scrutare l’UniVerso esterno alla particella: la sua natura è quella di un’onda elettromagnetica, vale a dire che essa è definita per mezzo di sedici costanti iniziali (delle quali, tuttavia, sei hanno valori numerici identici).
L’onda PSI è inoltre emessa nella “testa” della particella stessa, nel medesimo istante, ed essa assimila le condizioni iniziali del campo sigma della particella (memoria), essa cioè si impregna del mondo interno della particella, al quale è continuativamente “accoppiata”.
Questo accoppiamento non porta a modificare il valore numerico delle condizioni iniziali dello “sguardo” -onda PSI, ma tende a dare un significato all’onda PSI stessa. Le condizioni iniziali dell’onda PSI, come abbiamo sottolineato, tendono a collocarsi fra le in-form-azioni della memoria (campo sigma), esse sono « contemplate » dalla memoria, e per questo fatto assumono un senso, e divengono elementi di Coscienza.
Troviamo qui tutta la differenza tra “memorizzare un’informazione” e “contemplare un’informazione memorizzata”. Ciò non cambia l’informazione stessa, ma il fatto di contemplarla, di collocarla cosi tra altre informazioni, in breve di poterla giudicare, cambia il suo carattere, essa assume, per cosi dire, “un senso”, nel collocarla in rapporto all’insieme della memoria: “questa informazione è bella, essa è grande, essa mi sembra eccezionale…”.
È la distinzione che conviene fare tra un calcolatore e una Coscienza; il calcolatore annota semplicemente l’informazione, e la sostituirà con una nuova informazione non appena essa si sarà modificata l’istante successivo: la Coscienza “ricorda” l’in-form-azione, la si potrà anche sostituire con una nuova, ma essa avrà sempre un’«opinione» sull’in-form-azione che ha incontrato in un determinato istante e che tende a scomparire (sostituita da un’altra) l’istante successivo.
In breve, la particella ha una memoria vivente, profondamente diversa da una memoria di calcolatore (e che, per evitare ogni ambiguità, si chiamerà memoria “sostitutiva”); essa ha una memoria “cumulativa”.
Ecco adesso una proprietà della Coscienza particellare, una proprietà di una memoria vivente, che è una proprietà dei campi elettromagnetici di fusione, ma che noi dobbiamo sottolineare. Un campo elettromagnetico di fusione, vale a dire un campo sigma, è estensibile continuamente, come se si potesse, nel corso del tempo, “aprire” continuamente nuovi “cassetti” in cui si andranno a disporre nuove informazioni.
Mi spiego. Quando la particella riceve le informazioni sul mondo esterno che le trasmette l’onda PSI, essa si sforzerà prima di tutto, con la memoria del suo campo sigma, di interpretare le informazioni che riceve.
Se essa dispone, nel suo campo sigma, di un numero insufficiente di informazioni, la particella tende a “trarsi di impaccio” con quanto possiede… e attribuirà un significato elementare, perfino incompleto, all’in-form-azione iniziale proveniente dal mondo esterno. Ma, ad un certo momento, la particella nota che essa non può interpretare correttamente l’inform-azione incidentale del mondo esterno senza aggiungere delle informazioni (vale a dire delle condizioni iniziali) al Suo campo sigma. Ed essa lo fa: fornisce al suo campo sigma la possibilità di “estendersi”, e di allargare cosi le interpretazioni con cui correderà le informazioni provenienti dal mondo esterno.
L’esame matematico di un campo elettromagnetico “di fusione” dimostra che questa operazione, che rende il campo di fusione in qualche modo “estensibile”, è possibile; ma dimostra anche che funziona per soglie, come spiegheremo.
Un campo elettromagnetico “di fusione” è un campo elettromagnetico (luce) capace di modificare ciò che viene chiamato il suo “stato di spin”. Ordinariamente, un campo elettromagnetico possiede lo spin 1.
È il caso, come abbiamo detto, della luce; è il caso, anche, delle onde radio, dei raggi X, dell’irraggiamento gamma durante un’esplosione nucleare, ecc… Si insiste sul fatto che si tratta di un irraggiamento “di spin 1” dopo che Louis de Broglie ed alcuni dei suoi collaboratori dell’Istituto Henri Poincaré, a Parigi, hanno mostrato che questo irraggiamento poteva essere generato e descritto dal movimento di due neutrini che girano a distanza molto ravvicinata l’uno attorno all’altro.
Ricordiamo che il neutrino è elettricamente neutro, di massa propria nulla (come il fotone), e che dunque si sposta sempre alla velocità della luce e (che è la massima velocità di un oggetto) e… possiede uno spin uguale a 1/2.
Di qui il nome di campo “di fusione” per la luce e, da un punto di vista generale, per il campo elettromagnetico, fusione del movimento dì due neutrini che girano l’uno attorno all’altro a distanza molto ravvicinata, avendo ciascuno uno spin di 1/2.
Come ho sottolineato, davanti al successo di questa descrizione della luce, Louis de Broglie non si è fermato, e ha voluto sapere come potesse rappresentarsi un movimento che comporti 4 neutrini che girino liberamente l’uno attorno all’altro, poi 8 neutrini, poi 16 neutrini… e cosi di seguito. Il de Broglie studiò anche, incidentalmente, il caso di 3, 5, 6, 1… e cosi di seguito, ma questo caso ci interessa meno, e non insisteremo su questo punto.
Quando si moltiplica ogni volta per due, il numero di neutrini si esprime, e si mette in rilievo, una proprietà speciale di un campo elettromagnetico “di fusione”: raddoppiare il numero di neutrini fornisce una rappresentazione che contiene la rappresentazione del caso in cui i neutrini non sono stati raddoppiati; per esempio, il caso di 2 neutrini contiene la descrizione del movimento di un solo neutrino, il caso di 4 neutrini contiene la descrizione del movimento di 2 neutrini, il caso di 8 neutrini contiene la descrizione di 4 neutrini… e cosi di seguito.
Naturalmente un numero doppio di neutrini conduce ad un insieme più complesso di equazioni, ma questo insieme contiene le equazioni del caso di un numero non raddoppiato di neutrini.
Per essere più precisi, si hanno in totale (come dimostra l’analisi matematica) 16n equazioni, in cui n è il numero totale di coppie di neutrini in questo movimento: 16 per n = 1, 16alla2° = 256 per n = 2, 16alla4° = 65.536 per n = 4, 16alla8° = 4,294 miliardi per n = 8, 16alla26° = 18,44 miliardi di miliardi per n = 16.. e cosi di seguito.
Come si vede, il numero di equazioni cresce assai velocemente con il crescere dell’esponente. Ciò è importante. Ma, cosa altrettanto importante, le 256 equazioni del caso n = 2 contengono le 16 equazioni del caso n = 1, le 65.536 equazioni del caso n = 4 contengono le 256 equazioni del caso n = 2 e cosi di seguito.
Riassumiamo: un campo elettromagnetico, quando è situato in una regione dello spazio a carattere neghentropico (entropia negativa=accumulo dell’informazione), vale a dire quando lo spazio è tale che l’evoluzione accade in tempo negativo (spazio dell’Immaginario), ha una tendenza spontanea a “raddoppiare” l’azione totale che lo caratterizza (1 h, 2 h, 4 h, 8 h,…), ciò che ha per effetto di accrescere molto velocemente il numero di equazioni che rappresentano questo campo elettromagnetico “di fusione” e accrescono parallelamente il numero di condizioni iniziali di un tale campo di fusione, essendo questo numero di condizioni iniziali, come si può verificare, uguale al numero totale di equazioni.
Il campo sigma chiuso in ciascun universo sonico, vale a dire il campo di memoria, è un campo elettromagnetico “di fusione”, e la “Coscienza” connessa ad una tale memoria è proporzionale al numero di equazioni che rappresenta questo campo “di fusione”, cioè proporzionale anche allo « spin » del campo sigma.
E se, adesso, sognassimo un po’ ?
Non si può evitare di fare il raffronto di quanto precede con il “modello”, che abbiamo rappresentato nella Relatività complessa, della parte Immaginaria di ogni particella di materia: è vero, nella materia non abbiamo che un solo neutrino, ma vi è un “doppio” movimento, un movimento “in linea retta davanti a sé” alla velocità e, nella sfera del mondo Immaginario; e un movimento di pulsazione radiale. I due movimenti si combinano e si dimostra che, da un punto di vista matematico, e a condizione che questi due movimenti siano quantizzati ciascuno da un’azione semi-intera, il movimento totale è quello descritto da un campo elettromagnetico “di fusione” di azione h, vale a dire, precisamente, l’onda psi di una particella « elementare ».
Ci accorgiamo cosi che Louis de Broglie, dimostrando che ciascuna particella di materia era dotata di un carattere ondulatorio (la famosa onda psi), non fa che precorrere la Relatività complessa, ed ha anche, successivamente, espresso con le sue equazioni di un campo elettromagnetico “di fusione” l’accoppiamento dell’onda psi con il campo di memoria sigma.
L’onda psi è generata dal neutrino chiuso nell’UniVerso Immaginario, neutrino che ha in ciascuna particella un movimento “in linea retta davanti a sé” alla velocità e, ed un movimento di pulsazione radiale “uori dell’universo” a velocità c. Le equazioni dell’onda psi sono quelle dì un’azione totale intera (spin 1/2 h e pulse 1/2 h, 16 equazioni in totale, le equazioni di Maxwell).
Queste equazioni dell’onda psi sono accoppiate con quelle del campo di memoria della particella, o campo sigma. O, piuttosto, siccome l’onda psi e il campo sigma sono della stessa natura (campo elettromagnetico), l’onda psi cercherà il suo significalo del momento nella memoria sigma.
Ricordiamo, infine, che soltanto le particelle elettricamente cariche, gli eoni, possiedono un campo di memoria sigma: le particelle elettricamente neutre, i preoni, non possiedono campo di memoria sigma. Queste particelle (gluoni, gravitazioni, fotoni, neutrini), hanno, tuttavia, come ogni particella, un attributo ondulatorio, vale a dire un’onda psi (che rende, come quello di ogni particella, eone e preone, il loro movimento “probabilistico”).
Ecco, infine, il punto importante: quando le 16alla2 = 256 informazioni che compongono il campo sigma “elementare” sono “riempite” da 256 condizioni iniziali, il campo sigma tende il passare alla tappa successiva, supererà la “soglia” successiva, andrà dall’azione 2 h (256 equazioni, 256 condizioni iniziali) all’azione 4 h (65.536 equazioni, 65.536 condizioni iniziali). E cosi di seguito…..
Questo superamento di “soglie” della CoScienza, e che funziona per stadi, era già stato esaminato da Pierre Teilhard de Chardin, che, nel 1955, nel suo libro Le Phénomène humain, considerava l’evoluzione del mondo (ed in particolare quella della Terra), e vi vedeva la Coscienza superare delle soglie successive: il regno minerale, poi il regno vegetale, poi quello animale, poi la specie umana… e, successivamente, sulla nostra Terra e altrove, ciò che Teillhard chiamava “l’ultra-umano”.
Non servirebbe a niente, o, in ogni caso, la cosa ci sembrerebbe prematura, accostare i risultati della Relatività complessa alle intuizioni di Teilhard de Chardin. Ma non ci si può impedire di pensare, malgrado tutto, alla Relatività complessa, e di vedere la materia “bruta” (il regno minerale) con le sue 256 posizioni di memoria, il regno vegetale con le sue 65.536 posizioni di memoria, il regno animale con i suoi 4 miliardi di posizioni di memoria, la specie umana con i suoi 18 miliardi di miliardi di posizioni di memoria… e l’ultra-umano, che viene dopo di noi (o già esiste, su altro pianeta), con i suoi 340 miliardi di miliardi di miliardi di posizioni di memoria !
La marcia in avanti della CoScienza
Il primo obiettivo della Vita, lo abbiamo detto, è quello di accrescere la CoScienza. Ma si tratta di un processo di lunga durata: per rendersene conto basta vedere come noi stessi, gli esseri umani, possiamo considerare che abbiamo accresciuto, nel corso del tempo, la nostra CoScienza del mondo che ci circonda.
Siamo soliti affermare che la razza umana dispone di Coscienza. Dico “in generale”, perché non è passato molto tempo da quando si sosteneva che gli Indiani, o i neri, o quanti altri (si è discusso anche sulle donne !), non disponevano di Coscienza.
Di solito si nega che vi sia Coscienza, qualunque sia la razza, al di sotto di una certa età… cosa che ci permette di uccidere senza rimorsi gli embrioni umani che hanno solo qualche settimana: “non sentono niente”, si dice (per vestirsi di “buona coscienza”).
In generale si è meno esitanti quando si tratta della razza animale, alla quale di solito si nega a torto ogni Coscienza. Quanto al mondo vegetale, porre la questione della Coscienza (di un fiore, o di un albero) fa sorridere…
Perciò, quando Jean E. Charon si è messo a parlare della Coscienza di un elettrone o di un protone, ciò non ha, all’inizio, fatto soltanto sorridere: gli scienziati vollero in primo luogo far fìnta di non capire (essi, in linea generale, non intendono ciò che li imbarazza e ciò che, inoltre, sembra loro “stupido” dal punto di vista “scientifico”).
E’ il caso del biologo dell’Istituto Pasteur, Jean-Pierre Changeux (L’Homme neuronal), che partecipò come me in onda nella trasmissione televisiva “Apostrophes”: “Perché parlare ancora oggi dello Spirito, quando la fisico-chimica permette attualmente di spiegare tutto per quanto concerne il suo funzionamento ?”. Era il 1983.
Dopo si cominciò a non sorridere più… e ci si accorse anche che una tradizione millenaria (Spirituale, ma ritenuta non sapiente, andando i due aspetti solitamente di pari passo nei discorsi “eruditi”) vi crede in maniera assoluta.
È vero che, ormai da qualche anno, e come ho spiegato nel primo capitolo, le teorie dette “unitarie” (o di unificazione) in Fisica si sono accorte che, per “unificare”, occorreva innanzitutto fare entrare lo Spirito “da qualche parte” nella rappresentazione.
E la Relatività complessa ha, in questo campo, portato avanti e rafforzato le prime idee. Ci si è resi conto che, fin dal livello delle più semplici particelle di materia, bisognava proporre dei “modelli”, una parte dei quali era contenuta nelle “dimensioni nascoste”.
E, assai rapidamente, è emerso che queste “dimensioni nascoste” erano il luogo migliore in cui si potesse “collocare” lo Spirito: giacché, lo abbiamo detto, questo Spirito sarà pure “da qualche parte”, inseparabile dalla rappresentazione della materia !
Ma i fisici (e qui hanno ragione) sono persone che “dubitano”, e inoltre richiedono delle prove. Ecco perche’ hanno voluto sapere in primo luogo se, con un determinato formalismo matematico (vale a dire in modo “quantitativo”), fosse possibile proporre una rappresentazione della memoria connessa allo Spirito, dunque di ciò che abbiamo chiamato la memoria “Vivente”.
Ci si è allora resi conto che, dopo più di trent’anni, questo formalismo matematico esisteva, e che bisognava soltanto utilizzarlo (“fusione” delle particele a spin, Louis de Broglie).
Ci si è resi conto anche che la “Coscienza” era lenta ad acquisirsi, che occorrevano miliardi di anni di esperienza… e che la maggior parte delle particelle dette “elementari”, quelle che i fisici manipolano nei loro acceleratori, erano praticamente ancora sprovviste di Coscienza… ma disponevano tuttavia di una memoria non “vuota“, che bisognerebbe far intervenire ove si voglia cominciare a spiegare “scientificamente” il mondo.
Ma è un processo lungo, la Fisica è un “mulino che è lento a macinare” (Einstein), la Coscienza è altrettanto lenta a maturare; e, per alcune particelle privilegiate che hanno avuto l’opportunità di accrescere la loro Coscienza, ve ne sono molte altre che sono sempre in attesa. (NdR: ma prima o poi arrivano anche loro)
A ben guardare, tuttavia, vi è come una “marcia” in avanti della Coscienza. Un cammino che, all’inizio dell’evoluzione, risulta, questo è vero, difficilmente individuabile, ma che accompagna tuttavia, senza alcun dubbio, tutto il movimento della Vita, e che Descartes, Leibniz e Pierre Teilhard de Chardin avevano ben saputo discernere nel corso degli ultimi secoli.
In che modo una Coscienza cosi lenta ad elaborarsi può creare un movimento della Vita, in che modo può mettersi “in marcia” ? Anche le particelle se ne preoccupano, ed è del pari il loro problema principale. Guardiamole agire, assisteremo ad un processo fondamentale della Vita.
Tratto da “il TUTTO” libro del fisico J. E. Charon – Ediz. Mediterranee
Ma il problema numero uno per la Vita è duplicare la memoria in ogni essere o luogo, per accrescere la CoScienza del Vivente anche utilizzando le Vere Medicine Olistiche…..perciò questo argomento continua in Progetto Vita: Parte 1 + Parte 3 + PsicoBioFisica + Cosmologia + Chi è Dio ? + Teoria delle Apparenze
Buchi neri dell’Universo simili a quelli atomici – vedi PDF studio-ricerca di fisici
Questo video vi aprirà gli occhi per vedere la realtà anche da un’altro punto di vista
Come ben canta Renato Zero nella canzone: “La Vita è un Dono” !! ….e perciò La Rigraziamo !
vedi anche: Morte cosa sei ? + Sintesi e significato della Vita
Falsificazioni Storiche + Creazione dell’Universo + Vuotoquantomeccanico + Teoria dei Gradienti e delle Onde Portanti + Sistema Solare sta cambiando
E’ possibile che una specie aliena abbia manipolato la vita preesistente sul pianeta per creare l’uomo moderno ?
dr. Jean Paul Vanoli, esperto per la Vera scienza, conoscenza, filosofo della vita eterna, esperto in Medicine Naturali, Scienza della Nutrizione, Bioelettronica e Naturopatia.
– Consulente di: https://mednat.news – curriculum.htm – info@mednat.news + https://pattoverascienza.com
– Curatore, Tutore, Notaio, Trustee del Trust°/Stato Persona, estero:
VANOLI GIOVANNI PAOLO (VANOLI G.P. – VGP)
– Human Rights Defender ONU/A/RES/53/144 1999
– Difensore dei Diritti dei batteri e virus/esosomi, cioè della Vita/Natura in genere