Politica o Poli Etica ?
Il termine politica deriva dalla parola greca pòlis (“città-Stato”) e indica l’insieme delle attività che hanno a che fare con la vita pubblica: il potere di alcuni uomini su altri uomini, il governo, i rapporti fra governanti e governati, la condizione dei sudditi o dei cittadini, l’organizzazione dello Stato, le lotte dei partiti, le relazioni e i conflitti tra gli Stati. L’analisi della politica è propria della dottrina dello Stato, della scienza politica e della filosofia politica, “le norme della politica”.
Scienza e tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello stato (nazione-popolo sovrano) e la direzione della vita pubblica.
“trattare di p.”: L’attività relativa al governo, spec. in quanto si svolge in rapporto a determinati settori (p. finanziaria, sociale) o indirizzi (p. espansionistica; la p. di Cavour), oppure è suscettibile di giudizio (una p. debole, forte, saggia, energica)
“Politica economica”: insieme di iniziative e di provvedimenti promossi dalle istituzioni statali e dalle amministrazioni locali al fine di indirizzare o di programmare lo sviluppo economico della comunità
“Politica dei redditi”: l’insieme degli strumenti di politica economica diretti a subordinare la crescita delle retribuzioni dei lavoratori all’aumento della produttività
“Politica fiscale” (o politica di bilancio): l’insieme degli strumenti di politica economica attuati operando sul sistema dei prelievi (imposte, contributi, ecc.) e delle spese (consumi, investimenti, ecc.)
“Politica industriale”: l’insieme degli strumenti di politica economica volti a realizzare una strategia di sviluppo del sistema industriale attraverso il sostegno di determinati settori produttivi
“Politica monetaria”: l’insieme degli strumenti di politica economica che intervengono sul sistema monetario e bancario attraverso il controllo della disponibilità di moneta
“Politica-spettacolo”: quella che, a danno della trasparenza e della credibilità, privilegia la spettacolarità della comunicazione, spec. servendosi dei mass-media
“darsi alla p.”: Quanto è riconducibile alla partecipazione, diretta o indiretta, alla vita politica del momento.
“p. aziendale” – “sindacale” estens. e fig. Prassi conforme a determinati principi o direttive nell’esercizio di un’attività o di un potere decisionale.
La Politica (in greco Τὰ πολιτιϰά) è un’opera di Aristotele dedicata all’amministrazione della polis.
È suddivisa in otto libri, nei quali il filosofo analizza le realtà politiche a partire dall’organizzazione della famiglia, intesa come nucleo base della società, per passare ai diversi tipi di costituzione.
Centrale è il riferimento alla natura: l’uomo è un «animale politico» (politikòn zôon), e in quanto tale è portato per natura a unirsi ai propri simili per formare delle comunità.[1] Nello stesso passo, Aristotele afferma anche che l’uomo è un animale naturalmente provvisto di logos,[2] il che ben si accorda con la sua innata socialità, perché è mediante i logoi che gli uomini possono trovare un terreno di confronto.[3] Diversamente da Antifonte e altri sofisti, secondo i quali la polis limita con le sue leggi la natura dell’uomo, per lo Stagirita lo Stato risponde ai bisogni naturali dell’individuo e, come afferma nelle primissime righe del Libro I, «ogni Stato è una comunità (koinonia) e ogni comunità si costituisce in vista di un bene».[4] Il «bene» perseguito dallo Stato, in quanto comunità più importante che comprende tutte le altre, è da identificare con quello di cui parla l’Etica Nicomachea.[5]
È inoltre importante sottolineare che, a differenza di Platone, per Aristotele la politica ha una certa autonomia rispetto alla filosofia: il politico e il legislatore possono svolgere bene il proprio compito grazie alla loro saggezza pratica. La politica è però finalizzata alla filosofia in quanto deve creare le condizioni affinché si possano coltivare la scholè (tempo libero) e le attività teoretiche (tra cui rientrano, oltre alla filosofia, anche la matematica, la fisica, lo studio del cielo).[6]
Aristotele mostra come questo vada contro la natura dell’uomo e neghi la pluralità che invece è insita nello Stato.[20] Questo infatti «non consiste solo d’una massa di uomini, bensì di uomini specificamente diversi» per quanto riguarda capacità e funzioni, cosa che garantisce l’autosufficienza alla polis.[21] Ignorare le diversità e il fatto che ognuno sia portato a preoccuparsi anzitutto per i propri averi, significa condannare la città alla distruzione, perché le si vorrebbe attribuire una unità che invece è propria della famiglia e dell’individuo. Inoltre, suddividendo la popolazione in tre ceti dei quali solo uno è dotato di potere, si finirebbe per generare conflitti interni tra chi amministra e chi invece è comandato.
Secondo Aristotele la città platonica non solo non è attuabile, ma nemmeno desiderabile. Le persone hanno scarso interesse per tutto ciò che è di proprietà comune, e l’abolizione della famiglia avrebbe conseguenze negative, poiché il fatto di non conoscere i legami di parentela porterebbe a compiere inconsapevolmente incesti e parricidi. Afferma quindi il filosofo:
«la proprietà dev’essere comune, ma come regola generale, in qualche modo, privata: così la separazione degli interessi non darà luogo a rimostranze reciproche, sarà piuttosto uno stimolo, giacché ciascuno bada a quel che è suo, mentre la virtù farà sì che nell’uso le proprietà degli amici siano comuni.»
(Politica II, 5, 1263a 25-32; trad. di R. Laurenti)
Nel capitolo 6 Aristotele si sofferma anche sull’altro grande dialogo politico di Platone, le Leggi, del quale critica la limitazione del numero delle famiglie e dei terreni di loro proprietà, e l’eccessiva vicinanza della costituzione al modello oligarchico.
Vengono prese in considerazione anche le teorie di Falea di Calcedonia e Ippodamo di Mileto.
Al primo, secondo cui le proprietà dei cittadini dovessero essere uguali, Aristotele obietta che anche la brama di onori induce ad atti malvagi, e che quindi bisogna agire sui desideri, non sulle ricchezze, insegnando a evitare gli eccessi.[23] Più complessa la proposta di Ippodamo: influenzato dal pitagorismo immaginava una città di 10 mila abitanti suddivisi in tre classi (artigiani, agricoltori, difensori), il cui territorio era diviso in tre parti (sacro, pubblico, privato) e le cui leggi, a seconda della causa, erano di tre tipi (oltraggio, danno, omicidio). Aristotele sostiene che la divisione in classi porterebbe all’ascesa politica del ceto militare a scapito degli altri due, con conseguenti crisi sociali. Vengono inoltre criticati il ruolo degli agricoltori (che coltivando già i terreni di loro proprietà non potranno lavorare quelli delle altre classi) e il fatto che i giudici siano ridotti ad arbitri delle dispute.
Il Libro II si conclude con lo studio dei pregi e dei difetti delle costituzioni in vigore, con particolare attenzione per quelle di Sparta, Creta e Cartagine.
Continua QUI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Politica_(Aristotele)
Purtroppo oggi siamo arrivati a questo tipo di “politica criminale”:
Ora dobbiamo ripartire da Zeero e rifare tutto !
La Vera Politica dovrebbe esistere solo in questa forma: Polis – Etica della città-stato
BIOETICA + Codice etico della ricerca Europea
La Bioetica (termine italiano composto da due parole greche: bios= vita ed ethikos= teoria del vivere) è una disciplina moderna molto recente che applica la riflessione etica alla scienza ed alla biomedicina. Prevede dunque l’interazione dell’etica con le scienze, con lo scopo di affrontare e valutare anche a livello morale alcuni processi medici quali il trapianto di organi, l’eutanasia, la fecondazione artificiale e tanti altri.
“La legge della biologia richiede la cooperazione. La legge dell’economia richiede la competizione. Quindi, una società competitiva è intrinsecamente patologica.
La competizione è l’esatto contrario della risonanza: come faccio a risuonare con qualcuno, se debbo competere con lui, perché o vinco io o vince lui ? Finché esiste un regime fondato sulla competizione tra gli esseri umani il problema della felicità non potrà mai essere risolto“.
By Emilio Del Giudice – Fisico
“Non dovresti curare gli occhi senza curare la testa o la testa senza curare il corpo.Così anche non dovresti curare il corpo senza curare l’anima. Questo è il motivo per cui la cura di molte malattie è sconosciuta ai medici, perché sono ignoranti nei confronti del Tutto che anch’esso dovrebbe essere studiato, dal momento che una parte specifica del corpo non potrà star bene a meno che non stia bene il Tutto”.
By Platone (428-348 AC) in un dialogo con l’amico Carmide
Orizzonti della bioetica
Negli ultimi vent’anni la medicina e più in generale le scienze legate alla biologia hanno compiuto progressi enormi.
Nello stesso tempo, però, questi vorticosi cambiamenti hanno sollevato una serie di interrogativi di carattere morale e giuridico che alimentano ansie e paure rispetto agli scenari del prossimo futuro.
Si è aperta una nuovissima fase della storia della scienza nella quale l’uomo rischia di trasformarsi da soggetto a oggetto di manipolazione, sperimentazione incontrollata, trasformazione della sua più intima natura.
Di tutte queste inquietudini tenta di farsi carico una nuova disciplina, la bioetica, nata all’inizio degli anni Settanta negli Stati Uniti. Attraverso di essa filosofi, giuristi, psicologi, medici, teologi, sociologi cercano una risposta attendibile alla domanda fondamentale: che cosa è giusto fare e in che modo è lecito agire nell’esercizio della medicina?
Questa riflessione parte da un presupposto: non tutto ciò che è tecnicamente realizzabile è per ciò stesso moralmente accettabile. Per questo motivo, la bioetica può essere correttamente definita come quella parte della filosofia morale che considera la liceità o meno degli interventi sulla vita dell’uomo, in particolare in ambito medico-biologico.
Ma se la bioetica, intesa come disciplina organica – a partire dalla parola che la designa, “inventata” dall’oncologo Van Rensselaer Potter nel 1970 – è relativamente recente, i suoi contenuti, i suoi problemi e le sue risposte hanno in realtà origini molto più antiche: già nel V secolo il greco Ippocrate elaborò un “giuramento” che conteneva l’indicazione dei principali doveri di un buon medico. Questo giuramento è rimasto per secoli il codice di deontologia per i medici di tutto il mondo.
Oggi la bioetica è chiamata a volgere il suo sguardo sia in direzione del passato che in quella del futuro: da un lato, riappropriandosi dei principi fondamentali tracciati da Ippocrate, e dall’altro dotandosi di strumenti capaci di applicare questi principi alla pratica clinica di ogni giorno.
La bioetica – come ogni ambito del sapere umano – ha i propri esperti e i propri “luoghi” di approfondimento specialistico.
Ma la bioetica è, anche e soprattutto, questione che interroga le persone comuni, che hanno il diritto e insieme il dovere di partecipare a un dibattito così decisivo per il futuro della nostra civiltà.
Nessuno oggi può dire: la bioetica non mi riguarda.
Questo portale – il primo in Italia interamente dedicato alla bioetica – è la più avanzata risposta al bisogno che la nostra società ha, oggi come un tempo, di tornare a interrogarsi sull’uomo, sul suo destino, sul suo volto, sulla sua dignità.
By Prof. Mario Palmaro – Istituto di filosofia del diritto Università degli Studi di Milano
– Tratto da: portaledibioetica.it
Consenso informato
Lo standard internazionale di bioetica per la medicina preventiva è il consenso informato
Il confronto dei risultati sanitari totali tra popolazioni vaccinate e non vaccinate è un’importante informazione da valutare quando si considera il consenso.
La cosiddetta “scienza” NON è mai esatta al 100%, perche e’ formata da molte ipotesi/teorie, che poi puntualmente vengono in grande parte smentite e/o rimesse in discussione formando nuovi “dogmi” da insegnare, e ciò accade ogni dieci anni…specie in medicina !
Ci vuole quindi umiltà nell’ascoltare le opinioni. Bisogna cambiare filosofia. Oggi il mondo è dominato dal Dio denaro e finche chi è più ricco e potente perde invece la cultura la solidarietà, la fratellanza, e/o la ricerca medica diagnostica indipendente e multidisciplinare come dice da decenni il dr. Jean Paul Vanoli.
In particolare, Tutti i medici hanno i paraocchi e viaggiano su un binario unico tutta la vita…a loro basta una laurea, ma la vera conoscenza è fatta di confronto, di prove errori umiltà, imparare dal lavoro altrui e condividerlo.
Ci vuole una filosofia diversa…meno acida, dato che oggi tutti pensano di essere i più intelligenti e furbi, ma la presunzione è proprio il loro limite. Bisogna aprirsi al mondo alle culture alternative.
By Claudio Creviz (chimico) e commenti di: Jean Paul Vanoli (giornalista investigativo e naturopata)
Anche in Austria nel loro parlamento qualcuno ha alzato la testa e parlato chiaro: (video censurato..)
BIOETICA in Medicina naturale:
Questa la sintesi della Medicina Naturale:
“Ogni Organismo, risponde in maniera differenziata, agendo secondo precise leggi biologiche e biochimiche adeguandosi ogni istante, alle varie esigenze di stimolazione esterna dell’atmosfera nella quale vive; infatti tutte le variazioni iono atmosferiche, anche minime, modificano ad ogni istante le cariche bioelettroniche dei liquidi ( il Terreno o Matrice ) del corpo dei vari organismi viventi”.
Tutte le “malattie” e specialmente quelle degenerative hanno come causa principale i Conflitti Spirituali irrisolti e come concausa fisiologica le intossicazioni (ad esempio e particolarmente quelle dei Vaccini, droghe, farmaci, alimenti contaminati, ecc.) che generano alterazioni nel microcircolo, nel metabolismo cellulare e quindi infiammazioni nei tessuti degli organi bersaglio del Conflitto Spirituale irrisolto.
SPIRITO e SALUTE = Mente sana in Corpo Sano
Ecco come la spiritualità attiva i centri del piacere nel cervello – 20/11/2016
Uno studio americano dimostra che le esperienze religiose e spirituali, attivano determinate aree del sistema nervoso centrale addette all’elaborazione della ricompensa cerebrale. Al pari dell’amore, del sesso, dei giochi d’azzardo, della droga e della musica, anche le esperienze religiose e spirituali danno piacere. In particolare, attivano il sistema di ricompensa, ovvero quelle aree del cervello che evocano sensazioni piacevoli in risposta a determinati comportamenti.
A dimostrarlo sono stati i ricercatori della University of Utah School of Medicine sulla rivista Social Neuroscience.
“Stiamo solo iniziando a capire come il cervello partecipa alle esperienze che i credenti interpretano come spirituali e divine”, spiega l’autore dello studio Jeff Anderson. “Negli ultimi anni, le tecnologie di imaging del cervello sono maturate tanto da permetterci di iniziare a indagare quesiti che sono rimasti irrisolti per millenni”.
Nello studio, i ricercatori hanno cercato di determinare esattamente quali aree del cervello fossero coinvolte nel rappresentare sentimenti spirituali, ricreando un ambiente che aiutasse un gruppo di Mormoni a provare un sentimento di pace, di vicinanza con “Dio” e a “sentire lo Spirito”. In particolare, un gruppo di volontari composto da 19 giovani e adulti religiosi (7 donne e 12 uomini), sono stati chiamati a svolgere alcune attività pensate per evocare sentimenti spirituali.
L’esame, della durata di un’ora, comprendeva sei minuti di riposo, sei minuti di controllo audiovisivo (un video che mostrava l’adesione di alcuni membri alla loro chiesa), otto minuti di citazioni di leader Mormoni di fama mondiale, otto minuti di lettura di brani dal Libro di Mormon; 12 minuti di stimoli audiovisivi, come video sulla chiesa, scene bibliche e altri contenuti religiosamente suggestivi e, infine, altri otto minuti di altre citazioni.
Tratto d: wired.it – By Marta Musso
Video di Sara Cunial:
PERDONARE e NON TENERE RANCORE, FA BENE alla SALUTE
Un gruppo di ricercatori hanno sperimentato con successo la terapia del “perdono” di genitori di vittime di omicidi in Irlanda del Nord; i risultati della sperimentazione su 259 persone, sono stati presentati al meeting dell’American Psycological Association a San Francisco (USA) dallo psicologo Carl Thorensen della Stanford University in California, che ha tenuto a sottolineare che il perdono deve essere inteso come rinuncia al diritto di provare, esasperazione, rancore, irritazione o desiderio di vendetta; un carattere clemente, facilita anche l’amore ed i rapporti intimi !!
vedi anche:
Universo Intelligente + Universo Elettrico + SOVRANITA’ INDIVIDUALE (Dichiarazione)
L’industria criminale della Morte = Big Pharma
https://pattoverascienza.com/farmacologia/lindustria-della-morte-big-pharma/
Gerarchia delle Leggi/norme/decreti:
In primis ed al di sopra di tutto, vi sono i DIRITTI NATURALI che poi in parte, sono stato formalizzati nei:
1) DIRITTI dell’UOMO
2) Leggi di Diritto Internazionale (vedi anche art. 10 costituzione)
3) COSTITUZIONE ITALIANA.
4) NORME DI PRIMO LIVELLO (fonti primarie):
– Legge ordinaria emanata dal Parlamento.
– D. P. R. – Decreto del Presidente della Repubblica.
– D. L. g. s. – Decreto Legislativo.
– D. L. – Decreto Legge (emanato dal Governo -temporaneo: decade dopo 60 gg se non convertito in Legge – emanato solo per questioni a carattere di urgenza).
5) NORME DI SECONDO LIVELLO (fonti secondarie):
– Decreto Ministeriale (Emanato dai Vari Ministeri).
– D. P. C. M. – Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
– D. C. I. – Delibera Comitato Interministeriale.
6) NORME DI TERZO LIVELLO:
– Circolari.
– Interpretazioni.
– Ordinanze.
In sintesi:
i D.L. i D.P.R. i D.P.C.M. le Disposizioni e le Circolari emanate dall’attuale Governo, attraverso SOGGETTI illegittimati (vedi Consulta sentenza n.° 1/2014 della Corte Costituzionale relativa alla Legge elettorale chiamata “Porcellum” che ha di fatto invalidato 148 Deputati tecnicamente NON votati dal popolo, non convalidati dal Parlamento entro i termini di Legge e non dopo 5 mesi…) non hanno tecnicamente e giuridicamente forza di Legge, essendo gli stessi promulgati da soggetti del tutto abusivi, a partire dal Dott. MATTARELLA Sergio e successivi individui che si stanno, nel tempo, alternando nell’ambito del Governo Italiano come usurpatori di potere politico e potere militare, semplici ed illegittimi “attori in costume che non possono smettere di recitare una parte”.
Trasgredite le “leggi/decreti” che non sottostanno nei concetti espressi, a questa gerarchia ! Voi siete nella LEGGE !
dr. Jean Paul Vanoli, esperto per la Vera scienza, conoscenza, filosofo della vita eterna, esperto in Medicine Naturali, Scienza della Nutrizione, Bioelettronica e Naturopatia.
– Consulente di: https://mednat.news – curriculum.htm – info@mednat.news + https://pattoverascienza.com
– Curatore, Tutore, Notaio, Trustee del Trust°/Stato Persona, estero:
VANOLI GIOVANNI PAOLO (VANOLI G.P. – VGP)
– Human Rights Defender ONU/A/RES/53/144 1999
– Difensore dei Diritti dei batteri e virus/esosomi, cioè della Vita/Natura in genere