Il “prestigioso” MIT nel 1989 ha falsificato i dati sulla Fusione Fredda….ma anche l’italiana ENEA lo ha fatto…
FUSIONE FREDDA – Introduzione
Trasmutazioni a debole energia
https://sadefenza.wordpress.com/2016/07/23/scienziati-russi-annunciano-una-scoperta-storica-che-potrebbe-rendere-lintero-sistema-obsoleto/
La particella di Dio è la storia della ricerca sulla fusione nucleare a freddo. Della vicenda contrastata e delle varie posizioni teoriche in margine ad essa, racconta i risvolti umani, sociali e politici della lotta per non perdere i finanziamenti pubblici e privati, sulla fusione nucleare a caldo…
Graphic Proof of Serious Scìentìfic Misconduct at MIT in 1989
The two pairs of graphs (below), referring to the same experiment, are from two drafts (executed three days apart) of the MIT PFC Phase-il Calorimetry comparative study of a heavy water (D2O) Fleischmann-Pons cold fusfon cell and an ordinary water (H2O) control cell.
In the July 10,1989 draft, there is clear evidence of excess heat (below electrical input power) in the D2O cell, but no visually apparent excess in the H2O cell.
The data were averaged over-one-hour intervals to produce the July 13, 1989 draft, which shows no excess heat in the D2O cell. There is now no doubt that to produce the July 13, 1989 draft, the D2O data had to be treated differently than the H2O data to give the final impression of a “null” result—no excess heat for D2O.
The results were published in this form in the Journal of Fusion Energy and a MIT PFC Tech Report, widely cited (especially by DoE) as evidence that the Fleischmann and Pans claim was false.
In essence, the hour-averaged data were properly transformed from the intermediate processed form (July 10) for the H2O control experiment, but the D2O experiment curve in the July 13 draft appeared to be arbitrarily shifted down to make the apparent excess heat vanish. There is no justification for this curve shifting.
The manipulation of tne data between dates July 10 and 13 was more disturbing and unexplained, because the two sets were “asymmetricaily” treated, as proved in the extensive analysis done.
By MIT graduate Dr. Mitchell R. Swartz
I grafici
Prova grafica di una grave scorrettezza scientifica al MIT (1989)
Le due coppie di grafici (sopra), riferentesi allo stesso esperimento, provengono da due bozze (eseguite a distanza di tre giorni) dello studio comparativo di Calorimetria al MIT, PFC Phase-II, tra una cella a fusione fredda di Fleischmann-Pons con acqua pesante (D2O) e una cella di controllo con acqua comune (H2O).
Nella bozza del 10 luglio 1989 ci sono chiare prove di calore in eccesso (oltre l’alimentazione di energia elettrica) nella cella D2O, ma nessun eccesso apparente nella cella H2O. La media dei dati è stata calcolata su intervalli maggiori di un’ora per produrre la bozza del 13 luglio 1989, che non mostra alcun calore in eccesso nella cella D2O. Oggi non ci sono dubbi che per produrre la bozza del 13 luglio 1989 è stato necessario trattare i dati D2O in modo diverso da quelli H2O, al fine di dare l’impressione finale di un risultato “nullo”, ovvero di nessun calore in eccesso per D2O. I risultati sono stati pubblicati in questa forma dal Journal oj Fusion Energy e in un rapporto del MIT PFC Tech, ampiamente citato (soprattutto dal DoE) per dimostrare che le affermazioni di Fleischmann e Pons erano false. Essenzialmente, i dati calcolati sulla media dell’ora sono stati correttamente trasformati dalla forma intermedia processata (10 luglio) per l’esperimento di controllo H2O, ma la curva dell’esperimento D2O nella bozza del 13 luglio appare arbitrariamente abbassata, al fine di far sparire l’evidente calore in eccesso. Non ci sono giustificazioni per questa alterazione della curva. La manipolazione dei dati tra il 10 e il 13 luglio è ancora più sconcertante e inspiegabile se si considera che i due insieme sono stati trattati “asimmetricamente”, come dimostrato dall’approfondita analisi condotta dal laureato del MIT dr. Mitchell R. Swartz.
Dati non pubblicati.
Dati sull’eccesso di energia. 10 luglio 1989. H2O. Non pubblicati.
Dati sull’eccesso di energia. 10 luglio 1989. D2O. Non pubblicati.
Dati pubblicati.
Dati sull’eccesso di energia. 13 luglio 1989. H2O. Pubblicati.
Dati sull’eccesso di energia. 13 luglio 1989. D2O. Pubblicati.
I grafici incriminati che si vorrebbero inesistenti e che sono sfuggiti agli autori del rapporto DOE del 1989, perche’ “aggiustati” dai redattori dell’articolo di riferimento a cura dei ricercatori del MIT, esistono eccome e ve li allego, come vi avevo anticipato che avrei fatto.
In un dibattito pubblico tra Mallove e Parker (coautore dell’articolo famoso), Parker, sollecitato a dare un giudizio sulla manipolazione dei grafici, ammette candidamente:
‘TU tell you what my opinion is of that work, because I was part of it. I don’t think it’s worth very much. Alright ? And that’s is why it’s just published in a tech report. I don’t think it’s worth very much. I think to do calorimetry is one of the hardest things I ever tried to do. I’d rather stick to plasma physics.”
In lingua italiana – La lettera di John R. Huizenga
All’attenzione del Direttore di Scienza e Conoscenza. Sono stato informato dal dr. E. che la rivista italiana Scienza e Conoscenza ha scritto nel suo numero di aprile:
«Un evento cruciale nella vicenda riguarda i tentativi di riproduzione della cold fusion perpetrati al Massachusetts Institute of Technology: su commissione del DoE (Dipartimento di Stato Americano per l’Energia) una equipe di scienziati esperti di fusione nucleare vi lavoro’, dal giugno al settembre del 1989, e stillo’ un rapporto nel quale veniva espressa la convinzione che la fusione fredda non fosse un fenomeno nucleare, e si sconsigliava fortemente la concessione di fondi per queste ricerche. Nello stesso istituto, tuttavia, Eugene Mallove, docente di giornalismo scientifico, si accorse che alcuni dati presentati in quel rapporto erano stati “truccati”. Più precisamente le origini degli assi, in alcuni grafici, erano state spostate in modo da nascondere eccessi di calore».
Chiedo al Direttore di Scienza e Conoscenza di pubblicare nel prossimo numero della rivista una correzione, secondo cui nessun diagramma del genere sul calore in eccesso è stato incluso o considerato nel pervenire alle conclusioni del rapporto del 1989 da me copresieduto. Cordiali saluti – By John R. Huizenga
Nella lettera di U.M:
«Ti dirò la mia opinione su quel lavoro, perché ne ho fatto parte. Non penso che abbia gran valore. Capito ? E questo è il motivo per cui è stato pubblicato solo su un rapporto tecnico. Non penso che abbia gran valore. Ritengo che la calorimetria sia una delle cose più difficili a cui mi sia mai dedicato. Piuttosto, mi atterrei alla fisica del plasma».
U. M. lavora in una multinazionale High Tech con il ruolo di Scientific Advisor per quanto concerne sistemi complessi realizzati con tecnologie “non convenzionali” e in particolare per l’energia. Da oltre dieci anni è incaricato di presidiare gli studi sulle reazioni nucleari a bassa energia (LENR) sulle quali ha condotto esperimenti e pubblicato diversi lavori.
Tratto da: S&C n° 21 Lug. 2007
Anche l’istituto italiano ENEA ha nascosto i risultati delle ricerche italiane sulla Fusione Fredda nel Rapporto quarantuno (41)
Fisica e metafisica di una rivoluzione scientifica scomparsa
E’ il dieci aprile del 2002. Il famoso elettrochimico britannico Martin Fleischmann ha appena visitato i laboratori di fisica nucleare dell’ENEA di Frascati. Lo scienziato che nel 1989 era stato emarginato dalla comunita’ scientifica per aver annunciato la possibilita’ che alcuni atomi possano fondersi a temperatura ambiente – la famosa “fusione fredda” – e’ un uomo compassato ma non riesce a trattenere l’entusiasmo.
Decide di scrivere al premio nobel Carlo Rubbia, all’epoca presidente dell’agenzia italiana per l’energia, l’ENEA.
“Caro professor Rubbia, sono molto lieto che il programma di ricerca intrapreso da Giuliano Preparata abbia conseguito il suo scopo””I risultati ottenuti dai ricercatori italiani sono veramente impressionanti, e non esagero”.
By Angelo Saso – Tratto da: Rainews 24
Reazioni piezonucleari
http://staff.polito.it/alberto.carpinteri/reazioni piezonucleari.htm
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Lettera aperta al mondo – di Eugene Mallove – 17/07/2010
Il giorno prima di venire ucciso in circostanze poco chiare, Eugene Mallove mandò una “lettera aperta al mondo” a Richard Hoagland, affinchè la pubblicasse sul suo popolare sito “Enterprise”.
Chi era Eugene Mallove ?
Come tutti sanno, la Fusione Fredda fu dichiarata “morta” dall’establishment scientifico dopo che il prestigioso MIT (Massachusetts Institute of Technology) annunciò di non essere riuscito a replicare in laboratorio la procedura descritta da Fleischmann e Pons per generare ”calore in eccesso” nel processo elettrolitico. In altre parole, disse il MIT, la Fusione Fredda non funziona, è solo un inganno colossale.
Quello che pochi sanno, invece, è che in seguito uno scienziato del MIT, Eugene Mallove, scoprì che i test di Fusione Fredda fatti dal suo istituto avevano in effetti registrato calore in eccesso, ma i dati erano stati manipolati prima della pubblicazione, per far apparire il contrario. Il MIT infatti rischiava di vedersi bloccare di colpo i finanziamenti miliardari che in quel momento stava ricevendo dal governo per la ricerca sulla fusione calda.
Mallove denunciò il fatto e lasciò indignato il prestigioso istituto, dedicandosi da quel giorno alla ricerca personale, fino a diventare in pochi anni uno dei maggiori esperti e sostenitori della Fusione Fredda. (Il resto della sua vita ce la racconta lui stesso, nella lettera che segue).
Il caso di manipolazione dati del MIT può certamente servire da esempio per tutti coloro che amano fidarsi ad occhi chiusi dei cosiddetti “studi scientifici” fatti dai più prestigiosi istituti di ricerca del mondo. Più è prestigiosa l’istituzione, anzi, più può tornare utile per seppellire con un solo colpo un lavoro decennale di fondamentale importanza come quello svolto da Fleischmann e Pons sulla Fusione Fredda.
Nel 2004, dopo anni di battaglie esasperanti, Eugene Mallove era finalmente riuscito a convincere il DoE (Ministero dell’Energia) a riprendere studi e investimenti sulla Fusione Fredda. Poco tempo dopo è stato ucciso… nel classico “incidente mai chiarito”, in seguito ad un presunto tentativo di furto in casa sua. Purtroppo la polizia, che di solito è molto efficace in questi casi, non è mai riuscita a scoprire gli assassini. (M.M.)
Appello universale per il supporto delle nuove Scienze e Tecnologie energetiche.
Dott. Eugene F. Mallove, presidente di New Energy Foundation e direttore della rivista Infinte Energy.
A tutte le persone del mondo che sono curiose e di mente aperta, dotate di buona volontà, di capacità di giudizio e di immaginazione. A scienziati e ingegneri, filantropi, ambientalisti, studiosi di energia, investitori in alta tecnologia, professionisti della sanità, giornalisti, artisti, scrittori, finanzieri, gente dello spettacolo e leader politici.
Che siate conservatori, progressisti, democratici, repubblicani, libertari o anarchici, che siate agnostici, buddisti, cristiani, ebrei, indù, musulmani, atei, o di qualunque altro credo spirituale, questo messaggio è diretto a tutte le persone di buona volontà come voi.
Caro amico:
Inizio con alcune riflessioni di uomini saggi, che possano fare da sfondo a questo accorato appello perché tu prenda in considerazione e sostenga la ricerca e lo sviluppo di forme di energia radicalmente nuove. Si tratta di fonti energetiche in grado di capovolgere il mondo dalla testa ai piedi, e di segnare l’alba di un nuovo giorno glorioso per la nostra civiltà.
“L’eccezione mette alla prova la regola”. Oppure, detto in un altro modo: “L’eccezione dimostra che la regola è sbagliata”. Se esiste una eccezione ad una regola qualunque, e questa può essere dimostrata e osservata, quella regola è sbagliata. – Richard P. Feynman (1963), Premio Nobel per la Fisica 1965.
Il progresso della fisica è a-sistematico. Questo significa che la fisica a volte si inoltra verso nuovi territori senza aver sufficientemente consolidato quelli su cui già si trova. Presume a volte troppo facilmente che certi risultati siano confermati, e basa su di essi il proprio progresso, esponendosi così al rischio di dover fare in futuro una retromarcia ancora più vistosa. Questo fenomeno diventa evidente in una materia il cui sviluppo dei concetti fondamentali avviene spesso in modo lento. Le nuove generazioni compaiono all’orizzonte prima che il concetto si sia consolidato, e presumono – con il tipico entusiasmo a-critico della gioventù – che tutto ciò che gli viene insegnato a scuola sia oro colato, mentre dimenticano i dubbi e le incertezze dei loro predecessori, nella fretta di trasformare i concetti in applicazioni utili ad ottenere nuovi trionfi. Ogni nuovo giovane fisico corre il rischio di dimenticare i dubbi del passato e le incertezze del presente, e di accettare con mente a-critica i concetti al livello di sviluppo in cui li ha trovati. – Percy W. Bridgman (1961), Premio Nobel per la Fisica 1946.
Il Nobel americano per la Fisica 1988, Leon M. Lederman, non è certo un propositore della ricerca di forme radicalmente nuove di energia. Lo si potrebbe definire uno “scettico patologico”, in base ad almeno una sua opinione, espressa in The God Particle (1993, p.122). Nonostante questo, egli sente in qualche modo che potremmo essere alle soglie di una rivoluzione della fisica. Di recente ha dichiarato: “Lo si sente nell’aria… il senso di una rivoluzione imminente è molto forte”. (New York Times, 11 novembre 2003, p.D12). Lederman non ha idea di quanto sia accurata la sua affermazione, ma non lo è certo per motivi che sarebbe disposto ad accettare facilmente.
Forse Lederman si riferisce a certi argomenti esoterici di fisica accademica, come la “Teoria delle stringhe“, oppure “l’oscura energia cosmica”, ma non certo a tecnologie pratiche basate su una fisica radicalmente nuova. Poiché soffre dei problemi intellettuali sopra descritti dal Nobel P. W. Bridgman, Lederman non ha mai preso in considerazione l’enorme quantità di ricerca che certamente rivoluzionerà le fondamenta della fisica, e ci darà il controllo di nuove e fantastiche forme di energia.
Peggio per Lederman, e peggio per tutti noi, visto che non ha voluto interessarsi di queste cose. Ci sarebbe certo tornato utile il supporto di gente come Lederman, se solo volesse tornare con i piedi per terra ed esaminare a mente aperta la validità dei dati sperimentali che oggi mettono in pericolo le loro beneamate teorie.
In un articolo di “Science” del 1 novembre 2002, 18 esperti riferiscono di aver esaminato tutte le alternative disponibili oggi ai combustibili fossili, trovando che tutte hanno “severe deficienze“ nella loro capacità di affrontare i problemi ambientali, e nel rappresentare adeguate soluzioni al crescente bisogno di energia del pianeta.
Il professore di Fisica Martin Hoffert, leader di quel gruppo di ricerca, ha dichiarato alla stampa che gli Stati Uniti dovrebbero implementare un programma urgente di ricerca energetica, come il progetto Manhattan della bomba atomica o le missioni lunari Apollo. Secondo il New York Times (4 novembre 2003, D1), Hoffert ha dichiarato che “ci vorrebbero forse sei o sette progetti colossali che operano simultaneamente … [e che] dovremmo prepararci ad investire diverse centinaia di miliardi di dollari nei prossimi dieci-quindici anni”.
Ebbene, io ho qualcosa da dire a questi esperti: le soluzioni ai nostri problemi energetici sono a portata di mano, e sicuramente richiedono ricerca e investimenti iniziali, ma non certo i miliardi di dollari a cui questi “esperti” dell’establishment sono abituati dalla generosità del nostro governo. Al massimo saranno necessarie alcune decine di milioni di dollari, per creare dei robusti prototipi di generatori di energia elettrica basati su nuove scoperte in fisica energetica che già sono avvenute.
Questo è in sintesi lo scopo del presente appello: fare crescere la consapevolezza e gli investimenti per queste fonti energetiche radicalmente alternative.
Alla domanda se è possibile che la scienza moderna abbia sottovalutato o ignorato importanti scoperte scientifiche che, se trasformate in tecnologie rivoluzionarie, risolverebbero praticamente ogni aspetto della nostra civiltà, io rispondo di sì.
Non starò ad elencare i mille orrori e problemi di questo mondo che potrebbero essere ridotti o eliminati con una abbondante, sicura, pulita e radicalmente nuova forma di energia, se venisse utilizzata in tecnologie di grande diffusione. Questi problemi li conoscete già. Vorrei invece parlarvi dell’importante percorso verso la risoluzione di molti di questi problemi, che possiamo tutti intraprendere adesso, ma dei quali avete probabilmente sentito parlare molto poco. O forse avrete pensato che questo percorso non esista del tutto.
Io vi posso garantire che esiste, e che ormai migliaia di ricercatori sono su quella strada. Hanno già percorso troppo cammino su quel sentiero poco battuto senza un supporto adeguato, ed io lo so bene poiché sono uno di loro.
Sicuramente non abbiamo ancora raggiunto i nostri obiettivi, ma grazie ad una meticolosa ricerca scientifica, a enormi sacrifici, e all’instancabile lavoro contro una feroce opposizione, questi obiettivi sono ora molto più vicini alla loro realizzazione. E la strada maestra, in senso scientifico, è ormai tracciata. Ora abbiamo bisogno del vostro supporto, per procedere e raggiungere la nostra destinazione comune: un mondo con abbondante, pulita e sicura energia da fonti che non siano sotto un controllo geo-politico centralizzato.
Per favore date ascolto a questo appello.
Certamente non vi chiedo di credermi sulla parola, ma vi invito a leggere, valutare, studiare o rivedere la raccolta di materiali indicati. Dopo averli esaminati, mi auguro, sentirete il bisogno di agire. Se vi resteranno domande sulle nostre affermazioni che ancora non hanno risposta, io ed i miei colleghi siamo a vostra disposizione per rispondere con fatti tangibili, e non con un gesto della mano.
Chi sono io per chiedervi qualcosa per conto di altri, che possa essere la vostra attenzione per pochi istanti, oppure il vostro supporto finanziario e morale? Sono uno scienziato e un ingegnere, con due lauree in ingegneria al MIT (1969, 1970), e una cattedra alla School of Public Health dell’Università di Harvard (1975). Ho lavorato tutta la vita come uno scienziato impegnato, nonostante i miei galloni da ingegnere. Mi sono sempre sforzato di capire come funzioni l’universo, e questo lavoro rappresenta per me una avventura stimolante, difficile e infinita, nonostante tutti quelli che erroneamente sostengono che “stiamo avvicinandoci alla fine della scienza“, oppure alla “teoria finale del tutto“.
Oltre al mio lavoro di ricerca sovvenzionato dal governo al MIT e ad Harward, e in seguito da corporazioni private, ho anche allargato i miei orizzonti scrivendo di scienza come autore e come giornalista. Articoli miei e su di me sono comparsi su pubblicazioni come il MIT Technology Review, la sezione “Outlook” del Sunday Washington Post, il New York Times, Popular Science, Analog, TWA Ambassador Magazine, Wired, e il New Hampshire Magazine. Ho partecipato a diversi programmi radiofonici nazionali, e per un certo periodo, nella metà degli anni ’80, sono orgoglioso di aver condotto un regolare programma di scienza e tecnologia per The Voice of America.
Se vi parlo di me non è certo per vantarmi, ma per comunicarvi qualcosa della mia esperienza, della mia sincerità e della mia integrità. Ho scritto tre libri scientifici di successo, rivolti ad un pubblico generico: “L’universo in accelerazione: evoluzione cosmica e destino umano”, “Manuale del volo cosmico: guida pionieristica del viaggio interstellare”, e “Fuoco dal ghiaccio: alla ricerca della verità nella diatriba sulla Fusione Fredda”. [1].
Il premio Nobel 1965 per la Fisica, Julian Schwinger, ha sostenuto il mio libro “Fuoco dal ghiaccio” con queste parole: “Eugene Mallove ci ha fornito una disperatamente necessaria ed accessibile visione sulla diatriba della Fusione Fredda. Spazzando via preconcetti testardamente radicati, mette a nudo la verità implicita con una provocante serie di esperimenti“.
Sono particolarmente orgoglioso di questo mio ultimo libro, perché ha dato il via ad una ricerca che mi ha portato non solo a scoprire travolgenti nuove verità sulle nuove forme di energia accessibili in natura, ma – ancora più importante per me e per voi – mi ha rivelato questa stupefacente verità sulla moderna scienza “ufficiale“: la scienza ufficiale non è realmente intenzionata ad espandere la conoscenza scientifica, soprattutto quando vengono messi in pericolo dogmi e teorie scientifiche veramente fondamentali.
Ecco cosa ha risposto un famoso professore di scienze nucleari del MIT alla mia richiesta del 1991 di esaminare le relazioni di due scienziati innovatori, sui loro rivoluzionari esperimenti in reazioni nucleari a bassa energia (dette anche “Fusione Fredda“).
Uno degli scienziati aveva 34 anni di esperienza come ricercatore al Los Alamos National Laboratory (LANL), l’altro era il direttore della ricerca al Bhabha Atomic Research Center in India (BARC): “Ho 50 anni di esperienza in fisica nucleare, e so cosa sia possibile e cosa no. Non prenderò più in considerazione nuovi dati. Sono tutte stupidaggini.” – Prof. Herman Feshbach, maggio 1991, al telefono con Eugene Mallove.
Spero sia evidente come l’infelice reazione del Prof. Feshbach fosse sostanzialmente antiscientifica. Mi ricorda le autorità della chiesa, ai tempi di Galileo, che si rifiutavano di guardare la Luna o Giove nel suo telescopio, perché “sapevano“ che non si sarebbe potuto vedere nulla di nuovo. Ebbene sì, molti scienziati moderni sono impregnati di preconcetti deleteri, e sono diventati nei lunghi anni dei semplici “tecnici della scienza”, oltre che i guardiani di quello che equivale ad un pernicioso “Sacro Testamento”.
Non venite a disturbarci con i vostri dati empirici, la nostra teoria è più che sufficiente per stabilire cosa sia possibile e cosa no !
Se per caso siete fra coloro che pensano che “va tutto bene in casa della scienza“, e che possiamo contare sulla “scienza ufficiale” perché si mantenga sempre alla ricerca della verità, persino su argomenti di fondamentale importanza che riguardano il benessere di tutta l’umanità, vi state sbagliando di grosso, e io potrei dimostrarvelo con una voluminosa documentazione.
Se volete sapere che cosa è successo in una sola istituzione, il MIT, quando un nuovo paradigma mise a rischio il ben avviato programma di ricerca sulla fusione calda, insieme a certi interessi intellettuali come quelli che il Prof. Feshbach difendeva così vigorosamente, leggete il mio rapporto di 55 pagine su questa tragedia monumentale a www.infinite-energy.com.
Ma inizialmente vi invito a riflettere in senso più ampio sulla storia della scienza, che è perennemente costellata da balzi rivoluzionari e da cambiamenti di paradigma. Questi spesso sono avvenuti contro una forte opposizione, con i dati rivoluzionari che urlavano in faccia ad una generazione di scienziati che non voleva accettarli. Leggete questo appello con attenzione, e poi decidete chi sia a dire la verità e chi sia a difendere le menzogne sulle nuove rivoluzionarie possibilità per la scienza e per la civiltà.
Da quasi nove anni dirigo Infinite Energy, la rivista scientifica sulle nuove energie e tecnologie. Per quanto di circolazione ridotta, Infinite Energy è distribuita in circa 40 paesi nel mondo, oltre ad essere presente nelle edicole di Stati Uniti e Canada.
Il mio amico e collega, Sir Arthur C. Clarke, ha supportato sia con parole che con contributi alcuni dei nostri sforzi sulle nuove energie. La ricerca a cui si è dedicata Infinite Energy suggerisce che vi siano almeno tre categorie fondamentali di fonti energetiche radicalmente nuove, a cui la civiltà sta per poter accedere, per poi incanalarle in tecnologie di uso pratico.
Queste sono le forme di energia completamente nuove per le quali viene lanciato questo appello. “Nuova Energia” è il termine che noi usiamo per le fonti energetiche che attualmente non sono riconosciute come accessibili dall’“establishment scientifico”, ma per le quali esiste ormai una abbondante quantità di prove convincenti.
A nostro parere le tre categorie fondamentali sono: (Fine prima parte)
Traduzione di Massimo Mazzucco per luogocomune.net
La lettera di Mallove pubblicata da Hoagland.
NOTE:
1 – I titoli dei libri sono stati tradotti in modo arbitrario. I titoli originali sono: The Quickening Universe: Cosmic Evolution and Human Destiny (1987, St. Martin’s Press), The Starflight Handbook: A Pioneer’s Guide to Interstellar Travel (1989, John Wiley & Sons, with co-author Dr. Gregory Matloff), and Fire from Ice: Searching for the Truth Behind the Cold Fusion Furor (1991, John Wiley & Sons).
Tratto da luogocomume.net
Eugene F. Mallove, 56 anni, scienziato conosciuto in tutto il mondo per la sua attività di informazione sulle fonti energetiche non convenzionali, in particolare della Fusione Fredda, è stato trovato assassinato la notte dello scorso venerdì 14 maggio dalla polizia di Salem Turnpike.
Il suo corpo bastonato a morte è stato trovato sulla soglia della casa dei suoi genitori.
La polizia ritiene che possa trattarsi di una presunta rapina anche se, da una prima indagine, dall’abitazione non risulta asportato niente.
L’automobile con cui era arrivato in visita all’anziana madre è stata trovata in un parcheggio a Preston, evidentemente qualcuno c’è l’aveva portata.
Nel 1995 Mallove aveva promosso la New Energy Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata alla diffusione di informazioni sulla Free Energy.
Si era laureato in Scienze al Massachusetts Institute of Technology specializzandosi, sempre all’MIT, in ingegneria aeronautica e astronautica. Nel 1975 aveva ottenuto un dottorato in scienze ambientali all’università di Harvard.
Era stato docente di giornalismo scientifico all’MIT e alla Boston University, e caporedattore scientifico all’ufficio informazioni dell’MIT.
Eugene Mallove aveva visitato l’Italia molto spesso nel corso di convegni e conferenze dedicate alla Fusione Fredda. Nel nostro paese aveva molti amici e seguiva sempre con interesse le attività di ricerca di numerosi scienziati.
Prolifico autore di articoli e libri aveva anche ricevuto la nomination per il Premio Pulitzer per il suo libro “Fire and Ice: Searching for the Truth Behind the Cold Fusion Furor” (Fuoco e Ghiaccio: Cercando la Verità Dietro il Furore della Fusione Fredda).
Dal 1995 pubblicava il bimestrale Infinite Energy, una pubblicazione estremamente curata che cercava di scendere nei dettagli di quelle ricerche che la scienza ufficiale fa finta di non vedere.
L’energia e la passione che Eugene metteva nelle sue attività di promozione e informazione sulle energie non convenzionali potrebbero essere all’origine della sua tragica fine.
Vogliamo ricordare Gene con una frase che diceva spesso:
“Non c’è praticamente nessuna area dell’attività umana che non sarà interamente influenzata dalla comparsa di tecnologie basate sulle nuove energie – in particolare nel campo della guerra o della pace, della salute e dell’ambiente.”
Dr. Eugene F. Mallove
Tratto da: disinformazione.it
vedi: Fusione fredda 1 + Fusione fredda 2 + Fusione fredda 3 + Fusione fredda 4 + video sulla Fusione Fredda
MIT falsifica i dati su Fusione Fredda + …ma anche l’italiana ENEA lo ha fatto
Segreti dell’Acqua + Fisica Quantistica + il Punto sulla Gravita’
Esperimenti rifatti in Italia con risultati positivi + Intervista con il prof. del Giudice
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Eugene Mallove, il pioniere della fusione fredda, è stato ucciso a bastonate, per motivi ancora non chiariti, nei pressi della casa dei suoi genitori.
Grazie soprattutto al suo instancabile impegno il Dipartimento per l’Energia USA ha deciso di riesaminare le ricerche sulla fusione fredda degli ultimi 15 anni.
“Nel “The 2004 Cold Fusion Report”, un rapporto di 54 pagine al Dipartimento dell’Energia USA costato quattro anni di lavoro e l’analisi di oltre 3.000 documenti di ricerca ai due incaricati Steven Krivit e Nadine Winocur, viene dimostrato in modo inequivocabile che
Oltre 150 scienziati di tutto il mondo, compresi 60 fisici, sostengono, dati alla mano come la FF sia una reazione nucleare a bassa temperatura verificabile, riproducibile e priva di radiazioni nocive o di scorie nucleari.
Il rapporto al DOE, secondo Kenneth Chang del New York Times “Porta i seguaci della FF agli apici della vendetta, dopo anni di ridicoli rifiuti.”
Il numero di aprile di Physics Today racconta come il Dipartimento per l’Energia USA abbia deciso di rivedere le ricerche sulla fusione fredda degli ultimi quindici anni.
James Corey, dirigente dell’unità tecnologica dei Sandia National Laboratories del governo degli Stati Uniti, sostiene “E’ in arrivo in ritardo una rivoluzione della scienza, e la reputazione degli scienziati della FF e di quelli che l’hanno ingiuriata sarà capovolta.”
Sharon Begley, esperto di scienze del Wall Street Journal sottolinea come la Fusione Fredda può essere considerata una “scienza patologica” non per mancanza di evidenze, ma perché gli scienziati che avrebbero dovuto analizzarla non erano disposti nemmeno a considerarla o a discuterla.” Link Link
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Dr. Eugene Mallove, Portatore della fiaccola per la fusione fredda, ucciso
Link
Come abbiamo visto, Eugene Mallove aveva scoperto che i dati sperimentali dimostravano che quanto dichiarato al Presidente George Bush dal rettore dell’MIT John Deutch fosse completamente falso. E come quest’ultimo bugiardone, nominato da Bill Clinton direttore della CIA, avesse perso l’importante incarico a causa di una grave fuga di notizie riservate. I suoi computer di casa erano stati trovati zeppi di documenti interni della CIA, con tracce di scambi di messaggi con Israele, con la Russia oltre che un’infinità di accessi a siti porno. Segaiolo oltre che bugiardo il nostro campione della scienza.
Va ricordato che durante il suo incarico Deutch (nato in Belgio nel 1938) ebbe un duro scontro con il New York Times a proposito delle rivelazioni sull’organizzazione da parte delle CIA del traffico di cocaina e crack nell’area di Los Angeles negli anni ’80.
Rientrato al MIT come professore Deutch ha mantenuto gli incarichi di consulente di grandi multinazionali tra le quali Raytheon (armamenti), Perkin-Elmer, Schlumberger (farmaceutici), SAIC e Citibank.
La stessa Citibank ora sotto inchiesta per gigantesche attività internazionali di riciclaggio di denaro sporco e per aver speculato sui pacchetti azionari della American Airlines e United Airlines ben una settimana prima del tragico 11 settembre 2001. Che combinazione, proprio mentre il professor Deutch sedeva nel consiglio di amministrazione del gigante bancario.
Niente paura, il 14 ottobre 2003 la Commissione del Congresso USA sugli Attacchi Terroristici del 11 settembre invita proprio John Deutch a fornire i suoi preziosi suggerimenti di grande esperto per una efficace riorganizzazione dell’intero apparato d’intelligence statunitense. Staremo a vedere i risultati.
Intanto oltre che il fronte irakeno si sta scaldando anche quello della Fusione Fredda e le ultime settimane sono state dense di avvenimenti.
Nel “The 2004 Cold Fusion Report”, un rapporto di 54 pagine al Dipartimento dell’Energia USA costato quattro anni di lavoro e l’analisi di oltre 3.000 documenti di ricerca ai due incaricati Steven Krivit e Nadine Winocur, viene dimostrato in modo inequivocabile che:
Oltre 150 scienziati di tutto il mondo, compresi 60 fisici, sostengono, dati alla mano come la FF sia una reazione nucleare a bassa temperatura verificabile, riproducibile e priva di radiazioni nocive o di scorie nucleari.
Il rapporto al DOE, secondo Kenneth Chang del New York Times: “Porta i seguaci della FF agli apici della vendetta, dopo anni di ridicoli rifiuti.”
Il numero di aprile di Physics Today racconta come il Dipartimento per l’Energia USA abbia deciso di rivedere le ricerche sulla fusione fredda degli ultimi quindici anni.
James Corey, dirigente dell’unità tecnologica dei Sandia National Laboratories del governo degli Stati Uniti, sostiene “E’ in arrivo in ritardo una rivoluzione della scienza, e la reputazione degli scienziati della FF e di quelli che l’hanno ingiuriata sarà capovolta.”
Sharon Begley, esperto di scienze del Wall Street Journal sottolinea come la Fusione Fredda può essere considerata una “scienza patologica” non per mancanza di evidenze, ma perché gli scienziati che avrebbero dovuto analizzarla non erano disposti nemmeno a considerarla o a discuterla.
E’ facile che questa “scienza patologica” sia potuta evolversi in paranoica e nel tentativo di arginare l’ondata incontrollabile del progresso pulito uno dei primi a cui farla pagare sia stato proprio quell’Eugene Mallove che con la sua attività aveva mantenuta accesa la fiaccola della speranza.
Tratto da. disinformazione.it
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dr. Jean Paul Vanoli, esperto per la Vera scienza, conoscenza, filosofo della vita eterna, esperto in Medicine Naturali, Scienza della Nutrizione, Bioelettronica e Naturopatia.
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VANOLI GIOVANNI PAOLO (VANOLI G.P. – VGP)
– Human Rights Defender ONU/A/RES/53/144 1999
– Difensore dei Diritti dei batteri e virus/esosomi, cioè della Vita/Natura in genere