La Fisica Quantistica o Meccanica Quantistica:
Fisica quantistica: va di moda questo accoppiamento di termini. La materia attinente è impressionante !
Dovendo spiegarvela, partirò dalla visione classica, ma quando arriverò a ciò che personalmente ho introdotto di nuovo, non potrò più nascondervi “niente” e starà a voi decidere se continuare a leggere l’articolo o chiudere la pagina e accontentarvi della vita di sempre, senza porvi troppe domande su “Chi” muove i fili dell’esistenza.
Vorrei che ognuno di voi fosse contento della vita che conduce e si rendesse conto che esistere è l’arte di diventare quello che uno è già !!!
O meglio: le opportunità della vita sono paragonabili ad un ipermercato, dove entrando con un carrello, ognuno può prelevare dagli scaffali, quello che vuole. C’è da stare attenti però a non ritrovarsi con delle cose, che per un animo hanno attratto la nostra attenzione, rivelandosi una volta a casa, di nessuna utilità.
Come dire che: è indubitabile che tutto quello che uno vuole, l’avrà ! Vedrete che è scientifico. …e che la fisica quantistica si occupa di quello che vi capita, cosi come, mettiamo, l’elettronica si occupa di come viene amplificata la corrente e la termodinamica di come il calore, è correlato con l’entalpia e l’entropia…
Una materia “inquietante” ?
Prima di cominciare, facciamo un test: scrivete su un foglio, ciò che pensate voglia dire quantistico, poi confrontatelo con quello che, leggendo qui, imparerete.
Qualora capitasse che rimaniate molto sorpresi di quello che attiene alla parola Quantum vi prego di comunicarlo al maggior numero di persone e dite loro di cliccare sul sito www.atomoll2.info, se credono di essere venuti a sapere una cosa molto importante.
L’invito è di fare 1, 10, 100, 1000… clic, per esprimere l’importanza della nozione.
Che cos’ è la Vita ?
Per rispetto alla Vita, uso la maiuscola. La domanda richiede una risposta adeguata:
«E’ l’unica occasione che abbiamo, per scoprire cos’è !»
Tuttavia, suggerirei, mentre cerchiamo di scoprire cos’è la Vita di non perdere di vista la nostra. Quindi attenzione alla tentazione, che inevitabilmente si presenta durante il cammino, di dare importanza più ai fatti che agli atti.
Il fatto è qualcosa che accade per effetto di eventi, che noi non possiamo controllare.
L’atto è “completamente” nostro. Il nostro agire = a.ginèo = condurre verso la femmina (che ci posso fare se l’etimo a questo porta ?) è indipendente dall’esterno e l’unico motore ci viene da “dentro”.
A pensarci bene, per niente dispiaciuto dell’etimologia, ve lo voglio chiarire una volta per tutte che, come uomini la nostra “ontologia” è né più né meno incline a ripetere il destino dell’UniVerso: “fare in modo che ciò che può riempire il vuoto, vada a riempirlo“.
Per le donne lo “scopo” è centrato, quando il “vuoto (leggasi vagina-utero-ovulo) viene riempito da ciò che può riempirlo (leggasi pene-seme)”.
vedi anche: Vuoto quantomeccanico + Progetto Vita + Negentropia + David Bohm PDF
Giri di parole a parte, sia ben chiaro che vi sto parlando di Fisica, se vi dico che tutta la nostra vita è un continuum ricercare la nostra origine e un affannoso reiterare il tentativo di “rientrarci dentro”, intervallato da “fatti” di nessuna importanza ontologica, durante i quali “perdiamo tempo” a lavorare, a farci conferire titoli accademici, onorifici, commende, diplomi di partecipazione; vale a dire a cercare altre ragioni di vita che ci possano rendere sopportabile il non aver individuato la principale.
Arrivati ad avere i capelli grigi, perché non sappiamo qua! è lo scopo della vita ?
Ci venisse in soccorso l’etimologia delle parole !
“Scopo” viene dal greco skop-ós, che è vicino a skop-èo – guardare con fare esplorativo ! Mirando verso qualcosa, tendendo ad un fine. Ancora non è chiaro ?
Lo credo, bisogna sviscerare l’etimologia della parola “fine”. Sarebbe un peccato non farlo. “Fine” in Iatino si dice finem, e la radice è find.
Attenzione !!! Find è la “fenditura” (NdR: la figa cosmica), attraverso la quale passa qualcosa.
La parola “finestra” è un derivato di find. Lo scopo della vita è penetrare in quella fenditura…per penetrare…in….
Sembra una storia infinita, che sia necessario indagare il verbo “penetrare” – da pènitus = molto addentro, perché pènes – nell’intimo, da non confondere con penem, che pero’ sembra c’entri.
Compresa la questione, ci rendiamo subito conto che lo scopo dello stesso UniVerso, è stato, ma è ancora, andare profondamente dentro quella “introflessione” dello spazio e del tempo, la quale ha dato una ragione di essere allo spazio e al tempo.
Nel caso in cui vi dovesse interessare sul serio, “spazio” = spatium in latino e spannan in tedesco, da cui si è tratta un’unità di misura, é la capacità di un Luogo di contenere i corpi.
Ricordate, mi raccomando ! di una capacità. Dal latino capax = che ha capito !
“Tempo” = tempus in Iatino = tapas in sanscrito, che vuoi dire caldo, riconducendo a temperatura = tampyti, secondo la nozione di durata, di qualcosa che nel tempo, passa da caldo a freddo, non polendo per una legge fisica, mantenere la stessa temperatura. Attenzione ! È importante.
Vi deriva dal concetto la parola “Tempio”, che è il Luogo adibito a separare il Cielo dalla Terra. Tèmenos = tempio = re-cinto.
Cosa resta fuori secondo voi ?
Il fatto che troviate difficoltà a rispondere, dimostra che questo articolo vi ci voleva proprio ! (Voi adesso non ci crederete, ma la vostra vita fra poche righe cambierà, perché state per essere capaci = capax = vi persuaderete = dal sanscrito svàdus = gustarsi con piacere = suavì.s = soavemente, di ciò che siete davvero.
Insomma, il momento merita silenzio e raccoglimento, perché state per incontrarvi nientemeno che con il Creatore o comunque vogliate chiamare la ragione della vostra esistenza in Terra, “Chi” muove i fili della vostra Vita……!)
Lo scopo della Fisica Quantistica
L’avevamo premesso all’inizio, che ad un certo punto potevate interrompere la lettura. Quelli che decideranno di proseguirla, sono chiamali al massimo senso di autoresponsabilità. Sappiate che lo scopo “provvisorio” della Fisica Quantistica è dare una collocazione al Tempo e allo Spazio. Entrambi i “parametri” avete capito che sono capacità ? Se sì, avrete capito che anche loro sanno di voi, ma prima = privus che voi abbiate potuto sapere di loro.
Per lo spazio la capacità è quella di “con-tenere”. Per il tempo è quella di “man-tenere”.
Il calore, no ? Non vi ricordale, che ciò che è caldo = calidus = KA.
Ditelo ancora per favore ! Ka…. Diviene freddo = freitz = prìvus di calore.
Dite 3 volte per favore: – “Ciò che è Ka , diviene privo di Ka col passare del tempo”. Del resto è inevitabile che l’incontro dello Spazio con il Tempo sia foriero di un “conflitto d’interessi”.
Le cose contenute nello spazio, dissipano calore. Ne è prova che quando l’UniVerso è “cominciato”, vi era una temperatura di 10 miliardi di gradi K e ora, che ospita “noi”, è freddo a 2,7° K.
Accettata questa verità, dobbiamo renderci conto che “ciò che contiene” & “ciò che man-tiene” sono come il Lupo e la Pecora nel gioco di “capra e cavoli”.
Non possono stare insieme !, È il principio di Hendrik Antoon Lorentz !
Quel che si è detto finora della Fisica Quantistica
Lo stato dell’arte in Fisica è il seguente: i Fisici sono convinti che l’UniVerso sia cominciato con un “gran botto“, 13,7 miliardi di anni fa, dove un Luogo “angusto”, ma caldissimo, ha iniziato ad espandersi come fa il palloncino alla fiera, quando il venditore di palloncini ci attacca la bombola dell’elio, per gonfiarlo.
Quanto è grande secondo voi un palloncino, se qualcuno lo sta gonfiando da 5 secondi ? Tanto, quanto può espandersi in 5 secondi, guarda caso !
Infatti guarda caso il nostro UniVerso è grande proprio 13,7 miliardi di anni luce. E tra un secondo, sarà un secondo più grande e quando avrete finito di leggere questa riga, si sarà guadagnato tanto spazio, che nemmeno potete immaginare.
Peccato che se esiste il tempo non esiste lo spazio, o viceversa, e comunque la mettiate il guadagno è “illusorio” ahimé.
Il Fisico Italiano Massimo Corbucci ha collaborato con il “GSI” di Darmstadt per trovare la ragione dell’impossibilità di sintesi dell’atomo trans-Uranico di numero atomico 114.
La Fisica e la Matematica sono due discipline che si differenziano l’una dall’altra per il fatto di occuparsi di oggetti fisici reali, la prima, e di puri concetti astratti, la seconda.
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Una semplice lezione di termodinamica
Robert Boyle scoprì che quando un gas si espande, si raffredda. Del resto molti ragazzini, senza essere fisici del calibro di questo rispettabile signore, scoprono pompando le gomme della bicicletta, che la pompa fa scaldare l’aria a forza di comprimerla !
Però, forse, il ragazzino non sa che il suo palloncino può essere gonfiato dal venditore alla fiera, fin tanto che l’espansione fa raffreddare l’elio a 0° K . In genere scoppia prima !
Le pareti di gomma non “reggono”, come si suoi dire. Ma c’è altro di “ontologico”… !
E l’UniVerso… cosa gli può accadere ?
Una cosa è certa: quando tutto l’Idrogeno – già perché sarebbe “costato” troppo riempire il Cosmo di Elio, come un palloncino – sarà freddo a 0° k, l’espansione finirà. Tuttavia le pareti, come per il palloncino, potrebbero scoppiare prima !
Privus (Finché ci siamo dentro noi, non scoppia, “non abbiate paura”), per capire la “physica”, bisogna conoscere l’eziologia delle parole.
Una nozione ignota in Fisica
In Fisica classica non è noto quello che c’è al di là della parete e di che cosa è fatta la parete stessa.
Nel XX secolo inizia la Fisica Quantistica. L’ontologia delle cose viene sconvolta da un nome di città e da un nome di persona: Copenaghen e Planck. Niente è stato più come prima….
Anche se uno dei primi fisici quantistici fu Gesù (anche Maometto se ne accorse 700 anni dopo e l’umanità “occidentale” se ne accorgerà il giorno che funzionerà il trasmettitore istantaneo !), una certa trepidazione la ebbero quegli uomini “duri” e adusati alla concretezza del “materialismo”, il giorno che Heisenberg enunciò il principio di indeterminazione: di una “particella” si può conoscere o la posizione o la velocità, non entrambe le cose ! Inoltre: quando si va a compiere la “osservazione” la realtà dell’osservato “collassa”.
Questa + o – è l’interpretazione di Copenaghen dell’indeterminazione !
E Planck ?
Non mi chiedete di lui, fintanto che non sono chiare le implicazioni epistemologiche della questione “realtà”.
Realtà = altezza Reale ! Il contrario “dicasi” immaginario.
Vediamo che significa alto. Alto = àltus in latino, viene dalla radice àlo – fatto crescere.
Vi ricordate alimentum, l’elemento chimico o l’idea intorno al “buco” !
Per farla breve: i fisici classici credono, erroneamente, molto erroneamente, che la realtà sia l’effetto di come “collassa” quella di un povero disgraziato, “casualmente”.
La teoria dei multimondi “paralleli”
Secondo questa ipotesi, che voi siate diventati un rappresentante di ottimo formaggio piemontese, anziché un veterinario, oppure un maestro di scuola elementare, per non dire un frate cappuccino; dipende da quale realtà vi si è “spalancata”, al pari di come con un colpo di vento in un maniero vi si può aprire la porta della cucina o della camera da letto o del bagno, per effetto della forza dell’aria. Qualche fisico osa anche dire che ad un miliardesimo di millimetro da voi abita il vostro “alter ego”, che di professione fa magari il farmacista e poi un po’ più là, quello che fa il parrucchiere…
Insomma saremmo circondati da tutte le infinite possibilità date a noi stessi ! Che sovrapposizione !
lo già convivo male con quel me stesso che fa il medico. Lo sopporto solo in quanto mi paga affitto, luce e acqua.
Il mistero dei granelli di sabbia
I fisici ora stanno impazzendo per le stranezze che presentano i “sistemi granulari”: su QUARK n° 67 a pag. 91, si mormora che: (V. anche pag. 16 di QUARK n°70) se si versa un Kg di sabbia in un recipiente posto sul piatto di una bilancia, arrivati a 850 gr, continuando a versare granelli di silicea roccia, non si arriva mai e poi mai a leggere 1000 gr !!! Incredibile, no ?
Questo esperimento, ha scatenato il “panico” fra i fisici e non solo, e molti si chiedono dove siano finiti i 150 gr di sabbia, che mancano.
Lo studioso Giuseppe Lanzarini che ha ripetuto il famoso esperimento si e’ chiesto: “se ripeto l’esperimento con gli 850 gr ne ottengo un po’ meno ?”. Egli lo ripete’ finché non azzero’ completamente il peso della sabbia ! – Dio mio, ma il chilo di sabbia “dove” va ?
Ora si che posso dirvi che cosa scoprì Max Planck !
Scoprì che un milionario è ricco perché possiede tante monetine da un centesimo di euro ! Non è uno scherzo.
È così, in effetti.
Nel mondo “macroscopico” di ogni cosa se ne può avere un pezzo, quasi tutta, o averla tutt’intera.
Planck scopri che nel mondo sub-reale le cose sono “confezionate” a “pacchetti-discreti” ed è come dire che si rese conto di come la spaventosa energia del sole, è una “raffica” di pacchetti di energia, paragonabili a “granelli” del “blocco-intero”.
Per questa rilevazione è passato alla Storia come scopritore della più piccola quantità di energia che c’è nel Creato, del più piccolo “appezzamento” di spazio e del più piccolo intervallo di tempo “immaginabile”.
Dicasi la costante di Planck, la lunghezza di Planck e il tempo di Planck.
E poteva andargli meglio e capire tutto dall’alfa all’omega ed essere di grande aiuto a quei poveri fisici, che impazziscono con l’esperienza della sabbia, che viene “succhiata” non si sa dove, se solo avesse capito che il VUOTO in fisica non esiste !
Praticamente doveva avvedersi che se uno non ha mai il primo centesimo di euro, non diventa ricco !
Invece in Fisica si è cominciato a credere fermamente che i soldi possono venir fuori per incanto e che da “meno che niente”, per una pretesa “fluttuazione” del “vuoto quantistico”, possono uscir fuori… particelle !
Un granello di storia etimologica della parola Vuoto
Nessun’altra parola ha suscitato tante diatribe. In latino viduus = Vedovo = che gli manca la sua mela: la più dotta conclusione fu tratta da due epistemologi che si incontrarono in Romania e stabilirono che vacuus = vacuatus – che non contiene nessuna materia.
Erano Thomsen & Schuchardt, 1874, ma non sapevano che il coltissimo avvocato e fisico G.W von Leibnis, da buon aristotelico, aveva sconfitto gli illuministi, dimostrando che non può esistere nessun luogo dove non ci sia veruna materia.
Resta ora solo che spieghi bene cosa significa la parola “quanto”, così saprete finalmente che scendendo giù nel pozzo, nelle dimensioni sub-atomiche si finisce per incontrare… Non dite San Patrizio, per favore ! Sono sicuro che finora nessuno vi aveva mai detto che quanto = ka-vant – in lingua sanscrita, Ka = qui – in latino e vuoi dire colui che ! Il resto della frase vant = provvede. “Colui che provvede”. Scendendo giù, dentro l’atomo, si incontra Colui che provvede !!!
Cosa avevate scritto voi circa la parola Quantum, all’inizio dell’articolo ?
Avreste mai pensato che oggi leggendo, questo studio, sareste venuti a sapere questo ?
Dunque, ora che avete saputo quello che non tutti ancora sanno, andateglielo a dire.
Li farete felici ! A tutti fa piacere sapere che il fatto di gestire una farmacia, o dedicarsi ad altre professioni, non è dovuto a colpi di vento casuali, che hanno determinato lo spalancamento di una porta verso uno degli infiniti mondi paralleli, piuttosto alla volontà, di colui che vede e provvede, per le persone che si rimettono alla sua Volontà e del “latore” della volontà, per i “volitivi”.
Ognuno, reso edotto di ciò, può avere tutto quello che desidera, da questo preciso istante.
Lo scopo della vita è penetrare in quella fenditura (NdR: ripeto la figa cosmica) (quella 1/2 Tau, in nero con scritto Olomero) – Non il vuoto, dove non c’è nulla, ma il Vuoto Quantomeccanico, dove “abita Colui” che provvede, è la ragione di ViTa della Fisica Quantistica: una “porta” (Finestra=Find) aperta nell’Infinito Assoluto (>ALEPH3); nel “cuore” (centro) del nucleo atomico…un Pozzo…INFINITO….
Qualche tempo fa rimaci sbalordito dalla “analogia” dell’impatto visivo che c’è tra una suggestiva veduta del pozzo di San Patrizio a Orvieto e il celeberrimo quadro di Hieronymus Bosch (vedi relativo quadro “II Paradiso”), relativamente al concetto di Vuoto Quantomeccanico. Entrambi si aprono come una “FENDITURA“, dove lo spazio e il tempo si “introflettono”, per inabissarsi nell’Infinito Assoluto senza inizio, né fine.
By Massimo Corbucci (medico e fisico)
Questo video vi aprira’ gli occhi per vedere la realta’ anche da un’altro punto di vista
Hendrik Antoon Lorentz (Arnhem 1853 – Haarlem 1928), fisico olandese.
Conclusi gli studi all’università di Leida, vi rimase come professore di fisica matematica. Già nella tesi di dottorato fece un lavoro importante trattando per la prima volta la riflessione e la rifrazione della luce su base puramente elettromagnetica.
Dimostrò che particelle cariche accelerate emettono onde elettromagnetiche e formulò la teoria elettromagnetica della luce. In collaborazione con il fisico George Francis Fitzgerald elaborò una teoria sulla deformazione subita da un corpo in rapido movimento. Lo studio di tale effetto, chiamato contrazione di Lorentz-Fitzgerald, rappresenta uno dei contribuii importanti forniti da Lorentz allo sviluppo della teoria della relatività.
In questo campo sono da citare anche le leggi di trasformazione che portano il suo nome, valide per osservatori in molo inerziale l’uno rispetto all’altro.
Per la spiegazione del fenomeno noto come effetto di Zeeman nel 1902 ricevette il premio Nobel per la fisica insieme al fisico olandese Pieter Zeeman.
vedi: NUOVO MODELLO DI ATOMO (By M. Corbucci) + Il Potenziale quantico + Charon + Campo CEU + Vuoto quantomeccanico + Entaglement quantistico + Buchi neri dell’Universo simili a quelli atomici – vedi PDF studio-ricerca di fisici
MATERIA E’ LUCE
https://www.fisicaquantistica.it/fisica-quantistica/la-materia-non-e-altro-che-luce-catturata-attraverso-la-gravita
https://www.lescienze.it/news/2019/10/04/news/prima_osservazione_dello_spin-hall_quantistico_come_veicolare_la_luce-4572025/
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Alcune precisazioni del redattore di questa pagina sul fenomeno che alcuni chiamano, questa realta’ relativa:
illusione effimera:
1 – l’Assolutezza – l’Assoluto – è irraggiungibile e quindi anche e per tutti gli esseri viventi, ma è comprensibile, manifestabile e quindi realizzabile, SOLO nella cosiddetta “illusione“, cioè nella “relativa realtà “ spazio-temporale della Mani-fest-azione, qualsiasi essa sia, la quale si attua attraverso il movimento degli Infiniti Punti, puncta, dell’Etere (l’Oceano dello spazio/tempo), che è in continua movimentazione come un grande ed infinito oceano, cioè è in variazione di stato e quindi di manifestazione della “realta’ relativa”…, che è quella che noi percepiamo nel qui ora, in questa dimensione, ed e’ quindi anche cio’ che percepiscono tutti gli esseri Viventi in OGNI dimensione (spazio/tempo) possibile, nella immensa INFINITA‘….
Quindi chiamare “illusione” una “eterna realtà mutabile all’Infinito” è un’altra illusione della mEnte che ci mentisce….
2 – l’UNICO scopo della “realta’ relativa”, è informare la m-Ente (l’Ente in movimento, cioè che si mani-festa, quando l’IO SONO o punto dell’Infinito si muove, vibra, pur rimanendo sempre “immobile” nell’Etere) di cosa è l’Infinito od Infinità, e cosa è, dove’ è, e com’è, l’ “illusione relativa”, cioe’ la “realtè relativa”, (come la si deve vivere e come la si vive) e quindi vivendo ed osservando e riflettendo su ciò, “educa” la mEnte alla distinzione fra INFINITO=INFINITA” e “realtà relativa” (chiamata lo ripeto “illusione” in modo improprio e non preciso), e comprendere e definire quindi, l’UNICA forza duale esistente nell’Infinito, cioè distinguere la “forza femminile” e quella “maschile” e ciò in qualsiasi punto o dimensioni od Universi esistenti nell’Infinità.
3 – Comunque in TUTTI gli UniVersi … “creati” = eternamente manifestati, e quindi anche nel nostro UniVerso, questo chiari-Mento è valevole…….come lo è per ogni Ente, IO SONO, che si movimenta/vibra nello spazio/tempo, nell’Etere, per manifestarsi e rendere visibile il “corpo-realtà relativo” dell’INFINITA’….la maniFestAzione del Creato, in tutti i suoi possibili Universi e dimensioni.
4 – Per cui non sono completamente d’accordo con coloro che pensano solo all’illusione, fine a se stessa, né con la meccanica quantistica, che ne parla in questi termini, né con le teorie orientali che ne parlano in modo improprio, cioò NON definito della realtà, che sarebbe inesistente e che chiamano illusione effimera…
Ripeto ma se è una illusione (realtà relativa) che si perpetua all’Infinito, chiamarla solo con il termine “illusione” è di per se stessa un’ILLUSIONE dialettico, linguistica, quindi non rispondente alla Vera realtà la materia–informata che si trasforma in continuazione all’Infinito ed è quindi l’Unica realtà possibile !
5 – Ricordiamo che il disponente è l’Ente, l’IO SONO, parti-cella dell’INFINITA’, che alcuni per imprecisione chiamano “dio” (termine NON preciso ed incompleto).
l’IO SONO quando si manifesta nella “realtà relativa”, movimenta lo spazio/tempo attorno a se stesso, nella sua parti-cella (la sua cella personale spazio-temporale) ed in quel preciso istante egli si mani-festa, e la sua mEnte si evidenzia, ed il compito dell’IO SONO e’ di portarla alla Conoscenza di Sé e dell’INFINITA’, il figlio che mani-festa e si consapevolizza sulla sua discendenza = provengo dall’INIFINITA’….per cui per arrivare a ciò, deve informare ed educare la sua mEnte….sul e nel “bordo degli eventi”, la “realtà relativa”…che alcuni chiamano impropriamente “illusione”….che illusione non è in quanto questa “relativa realtà ” lo è all’INFINITO pur nelle sue varie de infinite tras-form-azioni…quindi è SEMPRE reale…, all’Infinito !
Prima conferma per un bizzarro effetto quantistico – 02/12/2016
La polarizzazione della luce emessa da una stella di neutroni
Questa animazione mostra in che modo la luce emessa da una stella di neutroni fortemente magnetizzata (a sinistra) venga polarizzata linearmente nell’attraversare la zona di vuoto vicina alla stella, prima di raggiungere un osservatore sulla Terra (a destra).
Le direzioni dei campi elettrici e magnetici dei raggi di luce sono rappresentate rispettivamente con linee rosse e blu.
Le simulazioni realizzate da Roberto Taverna (Università di Padova) e Denis Gonzalez Caniulef (UCL/MSSL, Londra) mostrano come i campi si allineino lungo direzioni preferenziali quando la luce attraversa la regione attorno alla stella di neutroni. Per effetto di questo allineamento la luce diventa polarizzata, e questa polarizzazione può essere misurata sulla Terra da strumenti molto sensibili.
La polarizzazione della luce osservata suggerisce che lo spazio vuoto attorno alla stella di neutroni sia soggetto a un effetto quantistico noto come birifrangenza del vuoto, previsto dall’elettrodinamica quantistica. Questo effetto fu teorizzato per la prima volta nel 1936, ma finora non era mai stata annunciata la sua osservazione.
Tratto da: lescienze.it
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La SCOMPARSA di EMILIO del GIUDICE
Il Professor Emilio Del Giudice è scomparso la mattina del 31 gennaio, lasciando un vuoto incolmabile nell’ambito della ricerca scientifica italiana e nell’animo dei suoi numerosi amici ed estimatori.
Nato a Napoli il 1° gennaio 1940, dove conseguì la laurea in Fisica e la specializzazione in Fisica Teorica e Nucleare presso l’Università di Napoli, nella quale insegnò per numerosi decenni, è stato ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’International Institute of Biophysics di Neuss (Germania).
Oltre ad avere al suo attivo svariate pubblicazioni in ambito scientifico, era stato insignito del “Prigogine Award 2009”.
Scienziato brillante e controcorrente, fra le altre cose collaborò col Professor Giuliano Preparata all’elaborazione dei principi dell’elettrodinamica quantistica (QED) che riaprirono il dibattito intorno alla cosiddetta “memoria dell’acqua”.
Fu uno dei più apprezzati relatori al nostro 2° Convegno di NEXUS, nel 2002, dove presentò un’appassionante relazione sull’uranio impoverito. In attesa di ricordarne degnamente la figura sulle pagine della nostra rivista, ci stringiamo intorno alla sua famiglia e a tutti gli amici e collaboratori.
By Jervé
video: Fisica Quantistica e Biologia – By Emilio del Giudice
GRAVITA’ QUANTISTICA – da “Le Scienze” n. 186 febbraio 1984
In una teoria quantomeccanica della gravitazione, la stessa geometria dello spazio e del tempo sarebbe soggetta a continue fluttuazioni e perfino la distinzione tra passato e futuro potrebbe divenire incerta –
By Bryce S. Dewitt – vedi PDF
Meccanica quantistica: David Bohm
David Bohm è stato uno Scienziato/Filosofo del massimo livello del secolo scorso. Fu attento soprattutto ai fenomeni, che avrebbero solo in un secondo tempo portato alle teorie.
Con la sua opera principale: “The Quantum Theory”, del 1951, trattando mirabilmente la Meccanica Quantistica Classica, di Niels Bohr e Werner Heisenberg, la resa piu’ comprensibile agli studenti ed a un vasto pubblico, pose anche le basi della Meccanica Quantistica non Classica e Contemporanea, (la sua Meccanica Quantistica), superando quello che era stato fino ad allora il testo fondamentale matematico, della Meccanica Quantistica Classica, scritto da John von Neumann: “The Foundation of Quantum Theory”, del 1931.
Con la sua scoperta del “Potenziale Quantico”, David Bohm ha messo in relazione la Coscienza anche con i fenomeni fisici che coinvolgono le particelle elementari e anche gli organismi più complessi, ecc. In sostanza si potrebbe dire che David Bohm ha contribuito con la sua opera a Spiritualizzare la Scienza Contemporanea.
Secondo il libro di Bohm “Universo, mente e materia”, nell’UniVerso esisterebbe un ordine implicito (implicate order), che non vediamo e che egli paragona ad un ologramma nel quale la sua struttura complessiva è identificabile in quella di ogni sua singola parte come in un frattale, e uno esplicito (explicate order) che è ciò che realmente vediamo; quest’ultimo sarebbe il risultato dell’interpretazione che il nostro cervello ci offre delle onde (o pattern) di interferenza che compongono l’UniVerso.
Secondo tale ipotesi, il principio di località risulterebbe perciò falso.
Poiché Bohm riteneva che l’UniVerso fosse un sistema dinamico e quindi in continuo movimento, e siccome con il termine ologramma solitamente ci si riferisce ad una immagine statica, Bohm preferiva descrivere l’UniVerso utilizzando il termine, da lui creato, di Olomovimento.
Dopo l’esperimento del 1982 di Alain Aspect che rivelò una comunicazione istantanea fra fotoni a distanze infinitamente grandi, Bohm, che si era già confrontato con lo stesso problema durante la sua riformulazione del paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen, ribadì come non vi fosse alcuna propagazione di segnale a velocità superiori a quella della luce, bensì che si trattasse di un fenomeno non riconducibile a misurazione spazio-temporale. Il legame tra fotoni nati da una stessa particella sarebbe quindi dovuto all’esistenza di un insieme di variabili nascoste che formano un ordine delle cose che noi normalmente non percepiamo, nel quale ogni cosa (particella) non è da considerarsi come cosa separata o “autonoma”, bensì come facente parte di un ordine atemporale e aspaziale universale, cioè l’Olomovimento,caratteristica del VuotoQuantoMeccanico.
Bohm scrisse che “noi dobbiamo imparare ad osservare qualsiasi cosa come parte di una Indivisa Interezza” (“Undivided Wholeness”), cioè che tutto è uno.
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La Fisica è a una svolta storica, ma pochissimi se ne sono accorti – 03/03/2016
Sono ormai quotidiane le notizie su nuove prove scientifiche a favore dell’esistenza di un substrato causale e di un “mondo di retroscena” che sottende ai fenomeni quantistici.
Giorno per giorno appare sempre più chiaro che l’interpretazione “casuale” di tali fenomeni, ovvero l’interpretazione di Copenaghen, é superata dai fatti sperimentali.
La notizia più recente risale al 23 febbraio 2016, giorno in cui é apparso su “Scientific American” un articolo dal titolo “Risolto il paradosso delle traiettorie surreali dei fotoni“ relativo alla verifica sperimentale della correttezza dell’interpretazione Bohmiana della quantistica.
Ma cosa cambia con questa scoperta ?
Nell’interpretazione di Bhom, i fenomeni quantistici sono tutt’altro che casuali, esiste, infatti, una funzione reale e quindi non semplicemente probabilistica, che “guida” sempre e comunque le traiettorie delle particelle, ben altre parole si riporta in vita una visione deterministica della realtà fisica, seppure parzialmente diversa da quella nota nella fisica classica.
Le particelle finiscono per avere traiettorie ben definite e viene introdotta una cosiddetta “onda pilota” che traccia una sorta d’invisibile autostrada lungo cui viaggiano i fotoni e quindi l’energia che determina i cambiamenti di stato di ogni particella.
Non si nega, quindi, l’essenza probabilistica delle funzioni della MQ (Meccanica Quantisica), ma essa viene connessa unicamente all’impossibilità di conoscere le condizioni iniziali in cui si trova la particella senza violarne lo stato (principio d’indeterminazione di Heisenberg).
Esiste, quindi, una sorta di “tessuto sottostante” che definisce il modo in cui la particella agirà una volta “osservata” attraverso lo strumento di misura.
Sparisce, quindi, la casualità assoluta connessa al collasso della funzione d’onda ovvero all’evento della “Misura” che determina un passaggio con caratteristiche del casuali ed imprevedibili di una particella, dal mondo della meccanica dei quanti a quella classica.
Questo salto di qualità non rende, però, ancora chiara la direzione che stanno prendendo i ricercatori e la convergenza tra diversi studi e ricerche, che ha subito una particolare accelerazione proprio tra la fine del 2014 ed il 2015.
Il “Mondo di retroscena” di Prigogine e di Bhom, stà avanzando a sempre maggiore velocità, prendendo la nitida forma della reintroduzione di un mezzo di “trasmissione” dell’informazione a effetto istantaneo (come quello previsto dalla “onda pilota” di Bohm) sparito all’inizio del secolo scorso: l’Etere.
La forma con cui questo “scomodo intruso” è ritornata, è quella degli studi sui superfluidi e sulla sempre più probabile natura fluida, o meglio “superfluidita” del vuoto.
Alcuni lavori che ho già segnalato già in passato anche su Altrogiornale, e che oggi sono ancora assai poco conosciuti e studiati, figureranno tra pochi anni tra i “classici” della fisica come vere e proprie pietre miliari per uno storico e radicale cambio di paradigma.
Ve ne sono tanti e tutti assai recenti, ma tra questi mi piace citare, oggi, “Physical vacuum is a special superfluid medium” di Valeriy Sbitnevi, pubblicato il 13 maggio 2015 su “Selected Topics in Applications of Quantum Mechanics“.
Questo lavoro è intimamente collegato alla pubblicazione di “Scientific American” e all’esperimento che conferma la natura Bohmiana della quantistica.
In esso, infatti, Sbitnevi mostra come il modello “superfluidico” del vuoto, ed in particolare le equazioni di Navier-Stokes, che descrivono la dinamica macroscopica dei vortici e dei moti nel fluidi, siano una diversa forma matematica della interpretazione Bohmiana della MQ e della “onda pilota” .
In altre parole un Etere in forma di vuoto superfluido è, matematicamente, affine all’interpretazione di Bhom della equazione di Schroedinger.
Precisiamo ancora meglio il concetto perché non sfugga il salto di qualità che si stà compiendo.
Il Vuoto Superfluido e la interpretazione di Bhom coincidono e il “Mezzo” che consente di diffondere ovunque e istantaneamente l’informazione di correlazione che da vita ai fenomeni di entanglement quantistico.
I fenomeni della meccanica dei quanti sono, quindi, matematicamente ricavabili dalle equazioni che descrivono il modo vorticoso in un superfluido.
A questo rilevantissimo e naturale secondo passaggio si aggiunge il terzo ancora più rilevante sul quale mi sono soffermato sia nel nostro libro “La Fisica di Dio”, sia negli articoli divulgativi che ho pubblicato su Altrogiornale e che può essere compreso senza grande sforzo, sfogliando gli articoli relativi alle ricerche sperimentali sui superfluidi.
Alcuni lavori, sempre recenti, infatti propongono l’uso di un modello noto con nome di “Vetri di Spin”, e quindi del modello di Ising, ovvero di una estensione del modello neurale di John Hopfield, per modellare sostanze in stato superluifo come l’Elio 3.
In particolare i Vetri di Spin e, di conseguenza un modello affine alle reti neurali di Hopfield, è adoperabile per descrivere matematicamente bene le dinamiche e i vortici in una sostanza superfluida.
Non ci vuole molto a comprendere che questi studi portano a ritenere che il passo tra una descrizione “NEURALE” dell’Elio 3 e quella NEURALE del VUOTO superfluido è brevissimo. In altre parole, il salto che attendevamo per riportare al centro un modello deterministico (seppure nei termini indicati da Bohm) connesso alla natura neurale del vuoto è alle porte.
Ma torniamo al modello proposto da Bhom.
Esso è intrinsecamente olografico, ovvero prevede che l’informazione sia distribuita in modo uniforme ovunque, in tal modo consente la “Istantaneità” della propagazione delle correlazioni attraverso una “onda pilota” e, con essa, l’istantaneità dei fenomeni di entanglement.
Karl Pribram, con le sue sperimentazioni sulla retina dei gatti, ha mostrato in laboratorio quanto era già stato reso noto dalla matematica delle reti neurali: il cervello opera in modo intrinsecamente olografico.
È principalmente conosciuto per lo sviluppo, in collaborazione con il fisico David Bohm, del cosiddetto “modello cerebrale olografico della funzione cognitiva”, da lui chiamato “modello olonomico del cervello” e noto anche come “modello olografico di Pribram e Bohm” o come “paradigma olografico“.
A questo punto il cerchio si chiude.
Il modello olografico che Bohm cercava e che non era riuscito a trovare, è quello neurale di Hopfield, o se si vuole é il modello di Ising che descrive le dinamiche del vuoto superfluido.
Le conseguenze della scoperta che il vuoto e i meccanismi della gravità quantistica operano con le stesse leggi ed equazioni che governano il nostro cervello, appaiono straordinarie e fantascientifiche anche a una mente profana.
Nei prossimi anni, quindi, è assai probabile, se questi studi troveranno conferme, che la natura “Non casuale” ma finalistica dell’UniVerso (verso l’unita’) produrrà una vera e propria rivoluzione della scienza che riguarderà tutti i settori dello scibile.
Consentitemi, in chiusura, una triste profezia: alcuni italiani figureranno tra i primi nomi in queste scoperte, ma tutti proverranno da contesti di ricerca che operano fuori dal nostro paese e non per mancanza di finanziamenti, ma per una tendenza tutta italiana a privilegiare ed esaltare il peggio e la mediocrità in tutti i settori, allontanando innovazione, capacità e inventiva.
By Sabato Scala adattamento di Prixi per: altrogiornale.org
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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE… ovvero 6 passi per arrivare al VUOTO NEURALE:
– Conferme sperimentali sulla natura casuale della Meccanica dei Quanti e convalida della interpretazione di Bohm contro quella di Copenagen:
“Risolto il paradosso delle traiettorie surreali dei fotoni” – Le Scienze, 22 febbraio 2016
– Il vuoto come superfluido:
“Astrophysical constraints on Planck scale dissipative phenomena” Stefano Liberati1 and Luca Maccione – PHYSICAL REVIEW LETTERS, aprile 2014
– Il vuoto come superfluido: dalla fluidodinamica (Navier –Stokes) alle equazioni della Meccanica dei Quanti (Shroedinger):
“Physical Vacuum is a Special Superfluid Medium”, “Selected Topics in Applications of Quantum Mechanics“, book edited by Mohammad Reza Pahlavani, ISBN 978-953-51-2126-8, Published: May 13, 2015 under CC BY 3.0 license. © The Author(s).
– Applicazione del modellio di Ising al vuoto superfluido: Il modello di Ising per la descrizione della dinamcia dei superlfuidi :
“Dynamics of a Quantum Phase Transition: Exact Solution of the Quantum Ising Model”, Jacek Dziarmaga – PHYSICAL REVIEW LETTERS, dicembre 2015 ;
– Il modello neurale di Hopfield dal modello di Ising come isomorfismo:
“Neural Networks – A Systematic Introduction”, CAP 13 – Springer-Verlag, Berlin, New-York, 1996
– Il modello neurale di Hopfield appplicato al vuoto :
“Quantum Gravity as a Network Self-Organization of a Discrete 4D Universe” Carlo A. Trugenberger – PHYSICAL REVIEW LETTERS gennaio 2015
Sabato Scala è Ingegnere elettronico e ricercatore indipendente ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale. In quest’ultimo ambito ha condotto ricerche e proposto una personale teoria dei processi cognitivi e immaginativi suggerendo, sulla base della teoria di Fisico tedesco Burkhard Heim e del paradigma olografico, la possibilità di adozione del suo nuovo modello neurale per la rappresentazione di qualunque processo fisico classico o quantistico.
Negli ultimi anni, ha approfondito il fenomeno della coscienza (individuale e collettiva) e il relativo legame con la meccanica quantistica riprendendo il lavoro pionieristico di Carl Gustav Jung e Wolfgang Pauli sulla base dei nuovi modelli da lui proposti, giungendo alla elaborazione di una vera e propria scienza del simbolo e degli archetipi collettivi.
Ha, altresì, compiuto ricerche innovative nell’ambito storico-umanistico, interessandosi ai movimenti iniziatici del cristianesimo primitivo. Ha all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche e a carattere divulgativo e svolge un’intensa attività di conferenziere in Italia e all’estero.
Autore del libro “La Fisica di Dio“ e del “Manuale Scientifico per l’Interpretazione dei Sogni e dei Simboli” per Infinito Editori di Torino.
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NUOVE SCOPERTE UTILI PER I COMPUTER QUANTISTICI – Dic. 2011
Per la fisica quantistica, la distanza non conta. Anche se due oggetti sono separati da qualche decina di centimetri, ci sarà sempre un filo invisibile che li lega gli uni agli altri. È ciò che si chiama entanglement quantistico, un concetto meglio noto con il nome di non-separabilità dei sistemi: lo stato quantico di due o più sistemi dipende dallo stato quantico di ciascun sistema anche se sono spazialmente separati. È roba da cose microscopiche, verrebbe da pensare. E invece ci sbagliamo, perché uno studio pubblicato su Science ci dimostra che la fisica quantistica può governare anche il mondo macroscopico degli oggetti che ci circondano.
Nessuno stupore, quindi, se i ricercatori sono riusciti a creare entanglement quantistico anche in due diamanti grandi quanto orecchini.
“Quello che abbiamo fatto è stato dimostrare che è possibile raggiungere una correlazione quantistica anche con oggetti comuni, sempre che i diamanti possano esser considerati tali”, ironizza Ian Walmsley, fisico dell’ Università di Oxford (UK), uno degli autori dello studio. Il problema, infatti, è che i fenomeni quantistici sono fragili, nel senso che basta la minima interferenza esterna perché scompaiano. Ecco perché sino a oggi la maggior parte degli esperimenti sulla non separabilità dei sistemi è stata condotta con elementi microscopici come elettroni. Più un oggetto è grande, infatti, più atomi contiene e più c’è il rischio che si disturbino a vicenda. Inoltre, questo tipo di studi è sempre stato condotto in laboratorio, cioè in condizioni super controllate e a temperature inferiori allo zero, l’unico modo per tenere a bada le interferenze distruttive tra atomi.
Ecco perché il nuovo studio ha del sensazionale: i ricercatori hanno creato entanglement quantistico con diamanti grandi 3 millimetri e in condizioni di temperatura ambiente. Ma come ci sono riusciti? Iniziamo col dire che i diamanti sono reticoli cristallini di atomi di carbonio. Quando vengono colpiti da un raggio laser, i cristalli iniziano a vibrare raggiungendo uno stato eccitato chiamato fonone (cioè un quanto di energia di vibrazione). I ricercatori possono sapere se un diamante contiene un fonone analizzando la luce in uscita dal diamante stesso: se il reticolo cristallino è eccitato, vuol dire che un fotone gli ha dato energia. Ne consegue che il fotone in uscita avrà meno energia di quando è entrato nel sistema.
Sfruttando questo paradigma, i ricercatori hanno colpito i due diamanti, distanti 15 centimetri, con un raggio laser, diviso in due fasci da un separatore, della durata di 10 -13 secondi. Analizzando la luce in uscita tramite un segnalatore, hanno rilevato la presenza di fotoni con energia minore rispetto a quando erano penetrati nel sistema. Ma ciò significa che hanno ceduto parte della propria energia ai reticoli cristallini generando un fonone. Ma a quale dei due diamanti? Le condizioni sperimentali non permettevano di saperlo.
“Sapevamo che da qualche parte c’era un fonone – spiega Walmsley su Scientific American – ma non potevamo dire se provenisse dal diamante di destra o da quello di sinistra”.
Dal punto di vista della fisica quantistica, tuttavia, il fonone non dovrebbe essere confinato in alcun diamante ma condiviso tra i due. Per dimostrarlo, i ricercatori hanno colpito i diamanti con un secondo raggio laser. Quest’ultimo, entrando in un sistema già eccitato, gli ha rubato energia. Quindi, i fotoni in uscita rilevati dal segnalatore avevano ora più energia di quando erano entrati.
Sebbene anche questa volta non fosse possibile risalire alla provenienza dei fotoni iperenergetici, i ricercatori si sono accorti che i cammini dei fotoni in uscita dai due diamanti erano strettamente legati e influenzabili. In altre parole, ciascun fotone in arrivo al segnalatore portava informazioni su entrambi i diamanti. La dimostrazione che sono quantisticamente legati.
” Non possiamo essere sicuri al 100% che i due diamanti fossero in entanglement quantistico – confessa Walmsley – ma secondo i nostri calcoli statistici la correlazione appariva nel 98% dei casi, che è un ottimo risultato”.
I sorprendenti risultati dell’esperimento aprono la strada a future, possibili applicazioni pratiche dei fenomeni quantistici come lo sviluppo di computer quantistici dalle inimmaginabili capacità di calcolo simultaneo. Ma è ancora presto per sognare.
La correlazione quantica dei diamanti, infatti, dura appena 7 mila femtosecondi (10 -15 secondi), un tempo troppo breve per permettere applicazioni pratiche. ” E’ ancora presto per parlare di computer quantistici, ma in teoria non è impossibile realizzarli – conclude Walmsley su New Scientist – lo studio è un interessante punto di partenza per capire come la meccanica quantistica può emergere nel mondo della fisica classica”.
Tratto da: antikitera.it
Strane stringhe – 04 marzo 2013
La materia può assumere molte altre forme oltre a quelle solida, liquida e gassosa. Gli elettroni che si trovano nei materiali possono subire varie transizioni che corrispondono a proprietà intrinsecamente quantistiche della materia. I superconduttori ne sono l’esempio più noto. Questi stati della materia emergono da una rete incredibilmente complessa di entanglement quantistici tra gli elettroni, così complessa che i fisici teorici che studiano questi materiali hanno problemi a descriverla.
Alcune risposte arrivano da un campo di studi del tutto diverso, la teoria delle stringhe, che in genere è appannaggio dei cosmologi e dei teorici delle particelle ad alta energia. Apparentemente la teoria delle stringhe non ha nulla da dire sul comportamento dei materiali, non più di quanto un fisico atomico possa spiegare la società degli uomini. Eppure ci sono dei collegamenti !
By Subir Sachdev – Tratto da: lescienze.it
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SPAZIO-TEMPO e Fisica Quantistica
Sulla natura reale dello spazio tempo, molto resta ancora da definire. E’ comunque sempre più radicata nei liberi pensatori l’ idea che in essa si celino le chiavi per comprendere la vera essenza del nostro universo e del concetto stesso di realtà. Tutto questo, porta con se, inevitabilmente, la soluzione di tanti cosiddetti misteri o, perlomeno, la conquista di una verità molto più oggettiva delle nostre attuali “verità-locali”.
Einstein disse: “Per chi crede nella fisica, la distinzione tra passato, presente e futuro è solo un’illusione, per quanto testarda”, mentre il mistico S. Agostino, acuto ingegno e *mens* completa, postula:
“Che cos’è il tempo ? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so; eppure posso affermare con sicurezza di sapere che se nulla passasse, non esisterebbe un passato; se nulla sopraggiungesse, non vi sarebbe un futuro; se nulla esistesse, non vi sarebbe un presente”. (By Sant’Agostino, Confessioni).
Il mistico e lo scienziato, dunque, si danno la mano a distanza di più di 1500 anni: il tempo è proprio un’ illusione !
Ma ci sono dei problemi, allorquando speriamo che questa consapevolezza assuma carattere di percorso conoscienziale in progresso.
Qualche esempio:
– Gli studenti sono reticenti ad abbandonare le proprie spontanee e naturali concezioni basate sul senso comune, a favore di nuovi concetti implicati dalla fisica relativistica (Hewson, 1982, Villani & Arruda, 1998);
– essi incontrano serie difficoltà nel prendere in considerazione nuove idee, o – più in generale – nuovi scenari concettuali, che includano i vecchi contesti come loro casi particolari (Berenguer, 2000; Hewson, 1981, 1982; Posner & al., 1982);
– non prendono consapevolezza della tessitura quadridimensionale dello spazio-tempo (Berenguer, 2000);
– l’interpretazione di problematiche quali la simultaneità e la causalità di eventi nei due contesti – classico e relativistico – non viene adeguatamente connessa agli assunti della teoria della relatività (Berenguer, 2000).
Noi, RICERCATORI non allineati con l’ortodossia conservatrice, non dimentichiamo l’importanza del’ *energia* in senso oggettivo, confortati anche da quanto affermò, ancora una volta, Einstain: “Sono gli eventi di interazione tra energia e materia che determinano dimensioni variabili di spazio e tempo nell’UniVerso.”
Affermazione che può avere implicazioni davvero interessanti.
Uno degli enigmi più affascinanti per la scienza è quello dei cosiddetti “buchi neri“. Questi “oggetti” misteriosi che si nascondono nel cosmo possono essere degli eccezionali punti di guida per le nostre considerazioni sullo spazio-tempo. Infatti, un oggetto massiccio deforma lo spazio-tempo nelle sue vicinanze.
La forza di gravità che percepiamo è il risultato di tale deformazione. I satelliti si muovono in orbita intorno alla Terra perché seguono la curvatura dello spazio-tempo causata dalla massa della Terra. Più grande è la massa del corpo, maggiore la curvatura. Ci troviamo quindi di fronte ad una prova “tangibile” della relatività del concetto di spazio-tempo, in quanto condizionabile da fattori esterni.
Ed ecco entrare in gioco a questo punto, molto sinteticamente per questa mia esposizione, la Fisica Quantistica, dalla quale ricaviamo che, secondo l’Ipotesi di Penrose ed Hawking, La teoria della Relatività Generale non contempla il principio d’indeterminazione di Heisenberg, essendo applicabile solamente ad uno spazio-tempo piano e continuo.
Sempre quantisticamente parlando, ne deriva una *scala di fluttuazione* così riassumibile:
-polarizzazione quantistica del vuoto
-creazione di coppie particella-antiparticella.
A questo punto, la Fisica Quantistica ci regala altri tesori:
1) Supersimmetria: naturale estensione del modello standard delle particelle elementari.
2) Supergravità: 7 dimensioni spaziali, in uno spazio-tempo a 11dimensioni.
3) Teoria delle Stringhe: alla natura puntiforme delle particelle elementari della meccanica quantistica viene sostituito il concetto di corde o stringhe.
4) Teoria delle Superstringhe: la teoria più completa attualmente a disposizione per spiegare le fasi iniziali della storia dell’Universo fino a giungere ai seguenti due postulati:
*Schiuma quantistica* (?P ~ 1,6 × 10-35 m):
1) spazio e tempo sono mescolati,
2) esistono infiniti spazi-tempi
Ed è, quest’ultimo, lo straordinario punto d’arrivo-partenza per una conoscenza del tutto nuova che attende i nostri figli.
By Antonio Bruno
vedi: Vuotoquantomeccanico
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Lo svarione dell’effetto Casimir
Ovvero; quando uno si avventura dentro l’atomo, convinto che tra il nucleo e l’elettrone, in mezzo c’è il nulla, può capitare di imbattersi nella “polvere di fate” (vedi EA.I.R.I.E.D.U.S.T – Grazie Massimo Teodorani vedi: SeC. n° IS pag. 12).
L’assunto di questo supposto effetto è che possa esistere un luogo dove “regna” il vuoto assoluto, vale a dire l’assenza totale di alcunché, particelle sub-atomiche comprese.
Come dire che togliendo tutta l’aria da una bottiglia, ammesso che ci si possa riuscire con una pompa ad estrazione totale, poi non entrino tutti i neutrini che attraversano il Cosmo e negli spazi siderali intergalattici, non vi sia una quantità di radiazioni; da perder la testa nell’ennumerarle tutte.
Sebbene, pertanto, dovrebbe essere intuitivo negare che esista il vuoto, di fatto solo il dottor Corbucci, Aristotele e l’avvocato Leibniz, in epoche diverse, hanno tentato di segnalare agli uomini di scienza l’assurdità del concetto di vuoto assoluto.
Schiere di Fisici oceaniche invece propendono per la possibilità che mettendo 2 specchi a “baciarsi” tra loro nelle parti lucide e “immersi” nel “niente-presunto” della famosa campana “sotto vuoto spinto”, le due lastre vitree inizino ad attrarsi tenacemente, come sotto l’effetto di una forza di natura misteriosa.
Un effetto “analogo” a quello delle celeberrime emisfere di Magdeburgo, che se ben ricordate, pur tirate da file di cavalli in direzioni opposte, non si staccavano a pagarle oro. per sovrappiù della pressione atmosferica all’esterno e assenza di pressione all’interno, che potesse equilibrare le due spinte e quindi consentire il distacco.
Per gli specchi sottovuoto, la teoria è che nello spazio interno tra gli specchi, vi sia un vuoto più vuoto di quello esterno, per tutta una serie di considerazioni in ordine alla possibilità che esternamente la presenza di particelle “fluttuanti” dagli UniVersi paralleli sia maggiormente consentita, che internamente, a motivo di “restrizioni” a far apparire in forma particellare, tutte quelle onde elettromagnetiche di lunghezza d’onda superiore alla distanza tra gli specchi.
Certamente, dobbiamo dire che alla base del fenomeno Casimir, c’è il postulato che il vuoto non solo c’è, ma è anche circondato da universi paralleli e di tanto in tanto farebbero “capolino” da lì, fugacemente, “particelle dell’altro mondo”.
In conclusione: dove si incontrano vuoto e vuoto ancora più vuoto, quello “di peggiore qualità” (scusate il termine !) finisce per essere “una forza”.
Pur nel bisticcio concettuale, si è radicata comunque la convinzione che questo preteso effetto Casimir, sia misurabile con gli strumenti della fisica.
NOTA: Il Vuoto Quantomeccanico di Corbucci è l’antitesi del concetto di vuoto.
Partendo dalla rilevazione che anche tra il nucleo atomico e l’orbita elettronica, non cè vuoto, bensì campo elettromagnetico, la “sorpresa” e’ cominciata quando l’elettrone 71°, non poteva affiancare il 72°, Lì lo spazio e il tempo “colavano a picco” !
Che ti scopre Corbucci ? Nientemeno che il “baratro” è una sorta di “pozzo incamiciato”, dove nel Vuoto-Vuoto si trova infilato come per un eterno-coito, ciò che può riempirlo: V&T !!! Ha a che vedere col vuoto, meno di come ne ha Cappuccetto rosso con i 7 nani !
By M. Corbucci – Tratto da Scienza e Conoscenza n° 19
Per vedere delle immagini utili per comprendere questi concetti,
si consiglia di visionare: Buchi Neri
Immagini (Buco nero) che meglio rappresentano
la realtà di questi concetti.
Il suggerimento sul Vuoto Quantomeccanico viene anche dalla Bibbia – il VUOTO (VAVHAU o WABOHOU) e ciò che può riempirlo (TAHU o THOHOU): Insieme danno VAVHAU+TAHU che è il VUOTOQUANTOMECCANICO.
vedi Le prime 7 parole della Genesi + Alfabeto
Al concetto di VUOTO va contrapposto quello di VUOTOQUANTOMECCANICO, (in altre parole ciò che esisteva nell’Universo prima del Big Bang), con implicazioni epistemologiche nel campo delle Scienze matematiche e fisiche e nel campo del Filosofico semplicemente inafferrabili dal pensiero umano non ancora addestrato alla riconversione concettuale verso tali nuove concezioni.
La Scienza attraverso la quale M. Corbucci è arrivato a determinare l’Ordine di riempimento dei livelli atomici non fa parte dello scibile umano. Si chiama Scienza dell’Ordine molto simile alla Matematica (Mat-Mantica), discipline ancora inespresse dalla mente umana che mettono in seria crisi le leggi di Causa ed Effetto, su cui si basa il principio della dualità, (Dio e Creazione, Spirito e Materia) baluardo del pensiero occidentale ed orientale.
segue in: Olo-Mero + Buchi Neri + Mondo creazionale
Commento NdR: presto scopriranno che i Buchi Neri esistono dentro in ogni stella e forse anche in ogni pianeta, cosi come esiste in ogni atomo ed in ogni essere vivente, infatti all’interno della mente che contiene l’Ego/IO degli esseri viventi vi e’ un Buco nero….
Ricordiamo comunque che: La filosofia quantistica sostiene che siamo noi che influenziamo la realtà. La logica dell’inconscio è simile alla logica quantistica.
dr. Jean Paul Vanoli, esperto per la Vera scienza, conoscenza, filosofo della vita eterna, esperto in Medicine Naturali, Scienza della Nutrizione, Bioelettronica e Naturopatia.
– Consulente di: https://mednat.news – curriculum.htm – info@mednat.news + https://pattoverascienza.com
– Curatore, Tutore, Notaio, Trustee del Trust°/Stato Persona, estero:
VANOLI GIOVANNI PAOLO (VANOLI G.P. – VGP)
– Human Rights Defender ONU/A/RES/53/144 1999
– Difensore dei Diritti dei batteri e virus/esosomi, cioè della Vita/Natura in genere