Campi Morfogenetici = Spirito Universale = Sostanza

INFORMAZIONE = SPIRITO, Campo UNIVERSALE (Morfogenetici) e Sostanza

Lo Spirito crea attraverso il Verbo che si manifesta attraverso il Suono = Linguaggio
vedi: Lo Spirito è l’InFormAzione  +  Chi siamo ?  +  Anima cosa èCampo PSICO-Energetico  +  Campo Toroidale del Cuore + Fisica dell’Intenzione + Campi Morfici e DNA + Teoria dei Gradienti e delle Onde Portanti
Spirito, la parola deriva dal latino “spiritus” (letteralmente: soffio, respiro, alito, dal verbo latino “spirare” che significa “soffiare”).
Il termine latino a sua volta deriva dalla radice indoeuropea *(s)peis- (“soffiare”).

Il Campo Universale (CEUI) è InFormAzione  (Spirito) – situata nell’Infinito ( Vuotoquantomeccanico ),  che tende a divenire Sostanza (Materia) e questa a ridivenire Campo = Informazione.
L’accumularsi continuo dei legami energetici della Sostanza è la manifestazione tangibile del processo continuo ed eterno della trasformazione della componente materiale in componente informatica; il processo inverso avviene solo quando la sostanza aumenta di densità, massa o creando un’organizzazione più complessa.

Scopo quindi dell’Infinito è la rivelazione della VITA sempre più complessa ed organizzata per creare altra Informazione da accumulare all’Infinito e per l’Infinito.

“Il fenomeno della formazione di  campi di Energia di Informazione  nello studio delle nuove proprieta’ della luce (e del Suono)
– vedi: http://www.wbabin.net/science/manzelli83.pdf
Sotto tutte  condizioni di  confinamento i fotoni (ovvero i fononi) possono compenetrarsi (copulare), in tal caso si  manifesta il fenomeno di sovrapposizione degli stati descritti alle coordinate cartesiane (XYZ,T)  che conduce alla  creazione di una nuova forma di energia luminosa (ovvero sonora) prodotta da una duplice onda piana bidimensionale nello spazio e nel tempo (X,Y,T1,T2) che contiene la Energia di Informazione.
Tale fenomeno di generazione di EI a livello biologico lo troviamo nella struttura nanometrica a doppia elica del DNA, che pertanto va considerato come  un contenitore Energia di Informazione stazionaria, capace pertanto di conservare  la informazione genetica mantenendola in seguito alla proprieta’ di simultaneita’  della informazione in tutta la lunghezza del campo che  e’ costituito da due componenti  orientate in senso opposto che nell’insieme si comportano  come un nastro di Moebius”.
By Paolo Manzelli

“Povero Einstein, uno scienziato che non conosceva la realtà non-locale (vedi: Esperimento di Lory) perché  conosceva soltanto due forme di energia (EM e EV) ignorando la EI (Energia Informazione), la forma fondamentale che ha preceduto la “trasformazione“. Inoltre, Einstein, sebbene padre del relativismo, l’ho dimenticò nel momento che indossò la maschera del teologo per ripetere in modo inverso l’errore di quei teologi che, con la maschera dello scienziato, affermarono che la terra è al centro, senza muoversi”.
By Sergio Stagnaro MD

Quindi anche il DNA che è presente in ogni cellula del corpo degli uomini, animali, vegetali, informa (e si informa) ogni minima parte dell’organismo in cui si trova, sul programma dell’esistenza, ogni “punto”od ente” dell’Infinito e del Finito ha insito il suo DNA, cioè il programma informatico dell’UniVerso e dell’organizzazione della Vita e della Coscienza in Esso.
vedi: Uomo Psicoelettronico

L’UniVerso è “dato” dalla scissione dell’Unità (interazione) sul piano fisico, della sostanza e dal rafforzamento dell’Unità sul piano dell’informazione del e nel Campo Energetico Informato Universale che lo immette  (con il suo “Pene”) a sua volta nel Vuotoquantomeccanico (Buco nero = la Vagina universale) = Luogo dello Spirito=InFormAzione.
Esso (UniVerso) nasce quindi dalla differenzi-azione e da una crescente e continua varietà sul piano fisico e da una sempre e maggiore Unità sul piano dell’informazione del Campo Psico Elettro Magnetico Informato.

Ad ogni completamento dei dislivelli fra sostanza informata e Campo Energetico Informato (CEI), scatta un nuovo processo di riVelazione, una nuova evoluzione Fisico/Spirituale.

Nell’UniVerso quindi qualsiasi oggetto deve considerarsi come un processo e qualunque processo deve considerarsi oggetto per mezzo dell’oscillazione fra queste 2 fasi=forze.
Conclusione:
L’informazione “agita e/o viene agitata” dall’energia del Campo e quando “scende” dal mondo Spirituale, cioè dal Vuotoquantomeccanico, essa diviene sostanza=materia e viceversa la materia acquisendo informazione la rende più elaborata e complessa, arricchendo il Campo e quindi il Vuotoquantomeccanico …in un amplesso che dura all’Infinito.
vedi: Teoria R3  – Una semplice Teoria dell’UniVerso – PDF – dell’Ing. Alberto Angelo Conti

Questo video vi aprira’ gli occhi per vedere la realta’ anche da un’altro punto di vista:

La differenziazione Fisica deve strettamente corrispondere all’Unità Spirituale.
Condizione inscindibile ed inevitabile che garantisca la continua attuazione di questo processo, è la presenza di un “terzo” elemento o fase intermedia che garantisca la presenza non manifesta di ognuno dei 2 opposti nell’altro; questo “ruolo” è svolto dall’Energia-inFormata, mediatore che manifesta e determina il senso, la direzione l’evoluzione dell’Universo.

Informazione, Energia, Sostanza costituiscono un Unicum inscindibile che si manifesta sempre in ogni punto possibile dell’Infinito; ecco spiegata la TriUnità (Tre unità in Uno), “Dio” padre (Infinito), “Dio” figlio (UniVerso, ovvero il Campo Energetico Elettro Magnetico Informato) e lo “Spirito Santo” (Sacro Pensiero, ovvero l’InFormAzione Sacra entro contenuta).

La Luce è energia e questa è vibrazione; la vibrazione è movimento; quindi l’energia è sempre in movimento, senza movimento essa è indistinguibile, quindi inesistente; l’energia determina e produce il Campo, quindi il Campo (curvatura dello spazio/tempo) è energia, essa si manifesta sotto forma di onde con frequenze ed ampiezze tendenti all’infinito.
Ogni frequenza è “modulata” o modulabile, quindi è informata od informabile, cioè supporta o può supportare informazione sotto forma di modulazione di ampiezza o di frequenza; il Fotone (unità di Luce) è un movimento di energia che si curva su se stesso, cioè assume uno spin (+ o -).
L’Atomo è un insieme di energia che può assumere uno spin (+ o -); ogni aggregato atomico si caratterizza (assume uno “spin”); ogni aggregato molecolare, biologico si diversificano e si identificano (assumono uno spin); ogni organismo vivente si identifica e si differenzia (assume uno spin), quindi assume informazione su tutti i livelli energetici presenti.

La Luce inFormata, si memorizza nei corpi viventi, nel substrato che ha alla base la “terra” fisiologica, cioè nei metalli amorfi a base di minerali rari.
Le cellule “percepiscono” interagiscono, assorbono, riflettono anche la radiazione cromatica (intesa come Luce) che è sempre la solita radiazione elettromagnetica nel campo spettrale da 400 a 700 nanometri. L’assorbimento della luce è un caso particolare e concettualmente abbastanza secondario della più ampia interazione delle radiazioni EM con la materia vivente. Le cellule intese come corpuscoli in sospensione per lo più riflettono e disperdono la luce, “scatter”.

I composti intra cellulari l’assorbono un poco, se sono cromogeni naturali (clorofilla, emoglobina, porfirine, ecc.) o artificiali (esempio: psoraleni).
Le normali strutture cellulari (esempio: proteine, DNA, ecc.) non assorbono molto la luce cromatica, ma sono molto sensibili alla radiazione della luce più energetica (ultravioletti).
L’acqua delle cellule assorbe per esempio l’infrarosso scaldandosi, in quel caso la radiazione non è più “cromatica”. L’italiano, prof. Leonida Santamaria, Patologo generale in Pavia, era famoso per la sua ricerca sulla fototossicità.
Comunque occorre ricordare che tutta la materia, corpo umano compreso, è composta di atomi o campi
atomici, che vibrano secondo determinate lunghezze d’onda. La malattia è una alterazione di queste vibrazioni (frequenze); ne abbiamo dimostrazione anche con le apparecchiature Bio elettroniche di tutti i tipi.
Qualche inciso:
recenti studi nel laboratorio Europeo di ricerca sulle particelle sub nucleari hanno confermato che ogni particella sub nucleare è influenzata dalle variazioni (cioè dalle informazioni) lunari, terrestri e solari (le loro varie fasi, alterazioni dei loro campi magnetici, macchie solari, terremoti, quindi dai campi elettromagnetici e di quelli più sottili, ecc.), per cui abbiamo la dimostrazione che tutta la materia vivente (anche i corpi umani) è interagente con qualsiasi altra materia a livello sub atomico fino a quello Spirituale, il Pensiero.

Quest’informazione è rivelabile negli organismi viventi attraverso il cervello/mente/Spirito (sensazioni, informazioni) e nell’uomo assume possibilità molto elevate (CoScienza) e tendenti al sempre più complesso (neghentropia), cioè segue un processo evolutivo; ma è anche rivelabile con apparecchiature elettroniche specializzate.

Quindi l’energia è informata e si informa ad ogni istante ed a TUTTI i livelli essa è in perenne colloquio con se  stessa, ella genera sistemi CibernEtici, l’UniVerso ed i suoi oggetti/soggetti/sistemi.

Nella propria evoluzione ogni “oggetto/soggetto/sistemi” partorito, replica l’evoluzione dell’Universo stesso.

Pur restando assolutamente unitario al livello sottile del Campo Energetico Informato, egli si differenzia sul piano della Sostanza Fisica e per ottenere la differenzazione è necessario che vi sia un superamento sul piano Spirituale (finalità Etiche) che garantisca un’elevata consistenza del processo di differenziazione fisica.

Ciò significa che la Sostanza, il tempo, lo spazio, sono la forma esteriore; l’Informazione, lo Spirito, il Pensiero, sono il Contenuto che si realizza attraverso la Forma che quindi dà impulso spazio/tempo al Contenuto.

Quindi alla base di ogni Oggetto/Processo, vi è un movimento oscillatorio, cioè l’essere è alternativamente orientato verso i processi fisici e quelli dell’informazione.

Poiché la Vita Umana è il riflesso delle finalità dell’UniVerso, in essa i processi di passaggio delle informazioni in sostanza, avvengono molto più velocemente e più intensamente.

L’Umanità serve questo scopo: arricchire più velocemente e meglio l’informazione del Campo UniVerso (CEIU), dimostrandone le finalità per mezzo della partecipazione del vissuto di ogni ente/soggetto all’acquisizione dell’informazione stessa; scopo del “sistema” è far sì che il comportamento di ogni ente o parte corrisponda agli interessi ed alle finalità dell’insieme, dell’intero.

Quando la condotta Etica di un Ente/soggetto, Oggetto/processo, si allontanano dal programma e dalle finalità del Campo Psico Energetico Informato Universale, il Campo stesso dell’Ente (il singolo CEI), ovvero il corpo fisico energetico si allontana dalla sua finalità/scopo, egli si allontana dalla unica sua fonte di energia vitale, quindi a livello degli esseri viventi, l’Essere si ammala, si crea la malattia (azione del male) deformando il suo proprio Campo Energetico CEI, che cambia colore e frequenza, quindi Informazione; in quel momento si instaura un programma di auto distruzione del  livello di appartenenza e se non intervengono fatti modulatori di inversione di tendenza, cioè il pentimento, l’auto perdono per mezzo dell’azione coerente alle sacre Leggi della Natura, quindi la guarigione, la morte, il trapasso ad altri livelli è sicuro e certo.

Il Campo Energetico Informato corporeo (CEI) esercita un’azione fondamentale rispetto al corpo perché esso è in perenne contatto informatico con gli Elettroni contenuti negli Atomi dei Geni del DNA, cioè con l’inconscio; quindi vi è un intenso e continuo scambio di informazioni ad ogni pensiero, azione dell’essere; ecco come i comportamenti Etici sono la base della Salute o della malattia.

Per sopravvivere nel nostro tempo occorre quindi che ogni essere vivente reImpari a manifestarsi raccogliendo ed emanando informazioni coerenti con il programma dell’evoluzione dell’UniVerso, in modo che la raccolta delle informazioni e la loro messa in opera, coincidano senza annullarsi a vicenda, cioè occorre che TUTTI diveniamo SANTI nei pensieri e nelle Azioni, ciò vuol dire che il PROBLEMA dell’ETICA è in Assoluto il primo problema da risolvere per TUTTI, risolto il quale i problemi ad uno ad uno scompariranno.

Chi pensa di potersi sottrarre a tale conversione è un illuso ed è destinato a soccombere come colui che utilizza i farmaci (veleni) per guarirsi, invece di cambiare comportamenti e ritornare in sintonia con le Leggi della Natura.

Questo inevitabile processo è legato sia alla singola parte della Manifestazione, sia all’insieme degli aggregati; sia per l’essere vivente che per i gruppi o le società, nazioni che essi manifestano.

La cultura rappresenta il processo di unione Spirituale con l’UniVerso e la civiltà il processo di distacco, di identificazione; la cultura genera civiltà e la civiltà altra cultura.

La base del processo di cultura e di civiltà è l’AMORE, la Riflessione, l’Azione, nell’Informazione giusta.

Come possiamo vedere da questi assunti abbiamo una rinnovata, completa e semplice concezione scientifica della Vera Fisica, verificabile da esperimenti certi e comunque essa ci fornisce una valida spiegazione a tutti i fenomeni “anomali” che la fisica imperante ha tuttora nei suoi insegnamenti, senza poterne dare comunque spiegazione.

Infatti al giorno d’oggi siamo di fronte ad una scienza incapace di risolvere i problemi che la tecnologia stupido scientista ha creato, questo avviene perché essa è un connubio di verità frammiste a molti errori.

Come la “fede” religiosa è irrazionale e mai controllata, quindi illusoria e falsa, anche la “fede” nella “scienza moderna” non è da meno.
Lo stesso “principio religioso” di fiducia cieca nei princìpi emanati dai “presunti titolati”, impone di credere per “fede” a ciò che certi “scienziati” ben noti affermano, senza mai chiedersi e controllare se ciò che dicono sia vero o falso. Accettiamo supinamente dei postulati che dovrebbero essere rimessi in discussione.
Leggetevi il libro “Relatività, Esposizione Divulgativa” ediz. Boringhieri.

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Novità all’orizzonte sulle interazioni mente-materia  (Menti intrecciate)
Il Fisico Dean Radin autore di un libro di grande successo negli USA – “Entanglend minds” (Menti intrecciate”) – ci spiega, nella seguente intervista, il fenomeno dell’entanglement e di come si stia rendendo possibile dimostrare che tale fenomeno si applichi anche ai sistemi viventi.
Di seguito, alla mente, e ai suoi poteri; da quello di proiettare a quello di prevedere. Afferma l’intervistato: “Capire improvvisamente che le cose apparentemente separate a un certo livello non lo sono più, è uno shok, può dare le vertigini. Le cose sono connesse in senso concreto, non solo astratto”. Siete pronti a farvi schokkare ?
Intanto godetevi la prima parte dell’intreccio, appunto. Per la seconda resistete fino al n°20 di S. & C.

Per chi non conoscesse il fenomeno dell’entanglement quantico (l’intreccio quantico, ndt), potresti per favore riassumere ciò che hai scritto nel tuo libro Entangled Minds sui rapporti tra l’intreccio quantico e gli effetti psi (fenomeni paranormali) ?
L’intreccio era stato previsto dalla matematica della teoria quantica. La teoria quantica considera la materia non solo sotto forma di particelle, ma anche sotto forma dì onde di probabilità. La cosa interessante riguardo un’onda è che può combinarsi e interagire con altre onde. In base a questa idea, due particelle interagenti possono essere viste, in termini di onda, come una nuova e più complessa onda. Non due onde, ma una sola onda, che d’ora in poi considereremo un sistema a parte. Per cui, è possibile ritenere che due particelle interagenti non siano più separate. Questa idea non piaceva a Einstein, che la chiamava “un’azione spettrale a distanza”.
Ma la matematica prevede che se hai una particella che si divide in due, o due particelle che interagiscono, quando esse si separano, non sono davvero separate. Ognuna trasporta determinati aspetti dell’altra.
Per circa trenta, quaranta anni, questo intreccio è rimasto una possibilità teorica. Poi negli anni Sessanta è stato sviluppato un modo per verificarne l’attendibilità, e negli anni Ottanta si è avuta la prima conferma importante. Il metodo si basava su un teorema del fisico irlandese John
Bell. Quindi, ora sappiamo non solo per supposizioni teoriche, ma per evidenza empirica, che le particelle apparentemente separate in effetti  possono essere collegate attraverso lo spazio e il tempo in modi “spettrali”.
La cosa importante è che questa non è solo un’idea teorica interessante, ma un fatto osservabile che riguarda la trama della realtà. E le conoscenze su questi intrecci aumentano a ritmi sempre più veloci. Da quando ho scritto il mio libro a oggi, sono state pubblicate una mezza dozzina di nuove scoperte sulla natura dell’entanglement.
Quando stavo scrivendo i capitoli sulla Fisica dell’ entanglement, avveniva una nuova scoperta al mese. E questo trend continua senza dare segni di sosta. Quello che chiedo nel mio libro è che dall’intreccio, che oggi nei laboratori di Fisica viene considerato per lo più al livello delle particelle elementari, si passi a parlare di bio-entanglement (bio-intreccio ndt), o intreccio dei sistemi viventi. Sono
state avanzate ogni genere di argomentazioni per dimostrare l’impossibilità del bio-intreccio. Ma i fatti stanno cominciando a contraddire quelle argomentazioni, come avevo previsto in Entangled Minds. La mia opinione è che il bio-intreccio esista e che la gente continuerà a trovare modi sempre più ingegnosi per dimostrarne l’esistenza. Una volta accettato il bio-intreccio, la domanda successiva è: se esso opera all’interno dei sistemi viventi, noi inclusi, a cosa assomiglierà visto da dentro ? Questo è l’argomento del mio libro.

Parliamo dei nuovi studi sul bio-entanglement:
Uno studio dell’Università di Milano in cui sono stati sviluppati neuroni, ovvero cellule del cervello umano, su una piastra per colture cellulari. Poi una parte di quel gruppo di cellule è stata fatta crescere su un’altra
piastra. L’idea era che se quei neuroni, venendo dalla stessa sorgente, erano davvero connessi (anche se apparentemente si trovavano su piastre diverse), stimolando gli uni avresti dovuto osservare una reazione negli altri. Questo è ciò che i ricercatori hanno fatto. I neuroni sono stati fatti crescere su una piastra che aveva contatti elettrici sotto di sé, in modo che se i neuroni cominciavano a eccitarsi, si poteva misurarne
l’attività. Essi sono stati stimolati tramite un laser. Si è usato un laser perché determinate frequenze di luce stimolano i neuroni, e perché è facile fare in modo che la luce del laser non influenzi i neuroni della piastra non stimolata.

La piastra non stimolata è stata messa in un contenitore a prova di luce lontana dalla piastra stimolata. Ci si è assicurati che nemmeno un singolo fotone del laser potesse colpire la piastra non stimolata. Quindi è stato stimolato il primo gruppo di neuroni e si è registrata una notevole reazione nel gruppo non stimolato. Negli ultimi due anni sono stati fatti molti test simili a questo, usando tecniche sempre più raffinate, e le relazioni che ho letto al riguardo sembrano convincenti.
Alla fine altre persone cercheranno di replicare questo esperimento, e se avranno successo, avremo fatto una grande scoperta.
Un recente studio su questa ricerca, opera di un ricercatore della Naval Postgraduate School, è d’accordo con me nel sostenere che questi esperimenti sembrano convincenti, e se saranno replicati, sono di estrema importanza.

Occorre ammettere di essere una di quelle persone di cui parli nel libro, quelle che se non restano impressionate dalle implicazioni in campo psi del teorema e della disuguaglianza di Bell, vuol dire che non le hanno capite. È possibile semplificare la spiegazione ?
Capire tutto ciò è una grande sfida per la mente. Ci sono molti modi per darne una spiegazione, incluso uno relativamente facile che espongo nel libro. Quando stavo scrivendo quel capitolo del libro, improvvisamente il teorema di Bell mi è apparso in una luce nuova e per un attimo ho avuto davvero le vertigini.
Lo shock di capire improvvisamente che le cose apparentemente separate a un certo livello non lo sono più, può dare le vertigini.
Le cose sono connesse in senso concreto, non solo astratto. È una comprensione basata sulla logica del teorema di Bell e su studi di laboratorio che dimostrano come l’entanglement esista davvero.
Le vertigini vengono perché il senso comune è messo a dura prova. La maggior parte del tempo mi sento separato dagli altri e dalle loro cose. Quindi è arduo fare  il salto di fede – e in questo caso il salto riguarda la realtà vera e propria – che da un altro punto di vista io non sono isolato, come i sensi continuano a dirmi.
L’altra ragione per cui è difficile afferrare l’idea dell’intreccio è che non disponiamo delle parole giuste per concetti così olistici. Il linguaggio si basa prevalentemente sul senso comune, e qui stiamo parlando di cose più simili al non-senso comune. Il nostro modo di pensare, il modo in cui esprimiamo e spieghiamo le cose, si basa fondamentalmente sull’assunto dell’isolamento e della separazione. Invece qui stiamo cercando di descrivere un altro aspetto della realtà, che è completamente olistico.
E poiché non disponiamo ancora del linguaggio adatto per queste idee, talvolta è difficile fare chiarezza su queste cose. Ogni tanto, anche i fisici vanno in confusione per questo.
Tratto in parte da: Scienza e Conoscenza n. 19
vedi: Fisica quantistica +  Spazio-Tempo + Forme di energia + Il campo energetico + Campo Energetico + Vuotoquantomeccanico + Etere

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INFORMAZIONE = InFormAzione (Ciò  che si sta formando)
– Indeterminatezza Quantica e Campi Morfogenetici
Le teorie di Sheldrake non hanno avuto finora quell’attenzione che secondo noi meriterebbero, considerando la mole di dati e informazioni accumulate. La causa principale di ciò, a nostro parere, è nell’ostinata resistenza del mondo scientifico a qualsiasi ontologia diversa dal materialismo, o a una certa concezione dualista che pone ogni studio del mondo non-materiale fuori dai confini della scienza. Un esempio rivelatore di ciò, che richiama tristemente i tempi dell’inquisizione romana contro Galileo, è un editoriale della rivista “Nature” (24 settembre 1981) che definiva il libro di Sheldrake “A New Science of Life”(Una nuova scienza della vita) “…il miglior candidato al rogo da molti anni in qua”.

Forse è arrivato il momento di chiedersi se uno studio serio e approfondito dei campi morfogenetici e delle loro proprietà possa dare risultati migliori, nel campo della morfogenesi e della parapsicologica, delle ricerche basate su una più classica impostazione materialista. Ma se il mondo scientifico continua a essere diffidente verso questo percorso alternativo, chiaramente questi nuovi studi impiegheranno molto più tempo per svilupparsi, e ciò avrà un costo sociale e nazionale. Fenomeni simili hanno impedito il progresso anche in molte aeree della medicina alternativa. Nel presente articolo non intendiamo affrontare quest’ultimo punto; ciò che faremo è commentare l’opera di Sheldrake, soprattutto per quanto riguarda la stretta affinità tra le sue idee e il concetto dell’indeterminatezza quantica.
Ci rendiamo conto che molte idee che esponiamo in “Science Within Consciousness” necessitano di ulteriori approfondimenti. Non ci scusiamo per questo. Nessuna scienza è mai completamente in grado di spiegare il mondo, né viene mai sviluppata fino in fondo. Il massimo che possiamo fare è indicare quei punti in cui riteniamo che occorrono chiarimenti e unificazioni, e tentare di offrirli noi stessi laddove è possibile. Questo è un altro degli scopi del presente articolo.

Quanto segue è una sintesi delle idee di Sheldrake contenute nel suo libro A New Science of Life e nei successivi Seven Experiments that could Change the World e Dogs that Know When their Masters are Coming Home.

I Campi morfogenetici
La scienza materialista non è un complesso unificato. Studiando sistemi di complessità sempre maggiore, questi ultimi sembrano sviluppare un proprio sistema di proprietà assiomatiche. La scienza materialista, come è noto, sostiene che dalla meccanica quantistica delle particelle subatomiche si può derivare la meccanica quantistica delle strutture atomiche e molecolari, e da queste ultime le proprietà chimiche delle sostanze, che a loro volta spiegano i fenomeni vitali e sono alla base della psicologia, della sociologia, dell’economia e della cosmologia. Ovunque sia possibile, questi passaggi sono stati studiati, spesso con risultati soddisfacenti. Tuttavia, lo studio di alcuni di essi presenta grandi difficoltà. Nel caso della meccanica quantistica, le difficoltà sembrano inerenti alla disciplina stessa: la transizione dallo stato di potenza a quello di attualità non è spiegabile, ora come ora, all’interno della meccanica quantica. Le altre transizioni, incluse le interazioni non-lineari dei costituenti, danno luogo a insormontabili difficoltà di calcolo, che rendono necessaria la creazione di nuovi assiomi sulle macrostrutture emergenti da tali complesse interazioni. Studiamo la Fisica nucleare, la Fisica atomica, la Fisica classica (incluse la Fisica ottica e geometrica), la Fisica molecolare, la Chimica, la Biologia, la Psicologia, la Sociologia, ognuna come una disciplina a se stante, con le sue proprie leggi. Ora invece torniamo a esse, cercando di integrare il nostro sapere con le teorie di Rupert Sheldrake.

Come sottolinea Sheldrake, quando si cerca di predire il comportamento di grandi aggregati in termini di comportamento dei loro singoli componenti, ci si trova di fronte al fatto che l’aggregato può presentare molte configurazioni stabili di energia relativamente minima. La configurazione che un aggregato può assumere dipende in larga misura dalle condizioni iniziali imposte al sistema: la teoria del caos dimostra come mutamenti infinitesimali di queste condizioni possono produrre enormi cambiamenti, quindi è praticamente impossibile predire la configurazione dell’aggregato.
Ciò vale a esempio per i cristalli, gli enzimi, il comportamento animale o delle società (confrontare l’analisi di Rene Thom riguardo la “Teoria della catastrofe”). “… Niente ci autorizza a dire che [le attuali teorie della Fisica] … possano spiegare il formarsi di una di queste possibili strutture anziché di un’altra”. Sheldrake postula che la determinazione di una struttura dipende da un campo esterno di influenza associato al processo di formazione della struttura stessa.
Questo cosiddetto campo morfogenetico porta con sé il “programma”, per così dire, del processo di formazione.

Sheldrake postula che tale programma si sviluppa nel campo tramite strutture precedenti formatesi sotto la guida del campo.
Ciò ricorda molto da vicino il modo in cui le cellule cerebrali sono all’origine della consapevolezza individuale nel contesto (ipotizzato da Goswami) della separazione tra la consapevolezza individuale e quella universale.

A ogni modo, c’è una grande differenza nei due meccanismi postulati: quello ipotizzato inizialmente da Goswami (cioè la transizione dalla consapevolezza universale a quella individuale) e quello di Sheldrake. In entrambi i casi, le strutture in questione hanno proprietà classiche, donde la memoria: nel caso dei neuroni o delle cellule individuali, essa sorge dal termine non-lineare dell’equazione many-body approssimata di Schroedinger; nel caso di Sheldrake sorge dalla complessità della struttura dell’organismo. L’indeterminatezza della struttura è meccanico-quantica nel caso delle cellule, mentre nel caso degli organismi è dovuto alla natura caotica (nel senso della teoria del caos) della struttura emergente.

Comunque, tale differenza nel meccanismo del collasso non deve necessariamente essere fondamentale. Quando Goswami analizza l’Evoluzione, ascrive il campo morfogenetico alle cellule individuali, in modo tale che considerazioni meccanico-quantiche bastano a condurci all’indeterminatezza. Invece, il campo di Sheldrake prende in considerazione l’organismo intero, che è più in linea con il fenomeno morfogenetico da esso spiegato. Quindi, almeno per la morfogenesi, può essere più ragionevole postulare che il collasso non avviene al livello della cellula individuale, ma dell’organismo. L’indeterminatezza fondamentale è ancora quanto-meccanica, cioè provocata dalla sensibilità della struttura a piccoli cambiamenti delle condizioni iniziali, al livello degli atomi costituenti.

Goswami analizza due fenomeni collegati all’individuo: la consapevolezza individuale e la morfogenesi (collegata a quello che egli spesso chiama il Corpo Vitale: la consapevolezza individuale di cui il Corpo Mentale è una componente). Parleremo in seguito di un altro fenomeno da lui studiato, cioè dell’evoluzione. Per ora, vogliamo solo ricordare che la sua analisi di quest’ultima tratta soprattutto dell’evoluzione delle nuove specie e della morfogenesi durante lo sviluppo dell’embrione. Invece, nel campo morfogenetico di Sheldrake, l’influenza tra membri delle specie è studiata attraverso il fenomeno della risonanza morfica, simile alla telecinesi. Con Sheldrake, la telecinesi diventa un costrutto teorico. “Science Within Consciousness”, usando il quadro del collasso quantico simultaneo, è riuscita a spiegare questo fenomeno in modo soddisfacente. Sheldrake ha analizzato la relazione tra l’eredità classica a la risonanza morfica.

L’analisi di Sheldrake della morfogenesi non si limita a spiegare l’esistenza del campo morfogenetico; include il meccanismo attraverso cui una struttura biologica parzialmente formata (il germe morfogenetico) si collega al campo morfogenetico di una specie, che poi guida la crescita del resto della forma. Finora, nessuna indagine è stata condotta per verificare se la spiegazione quanto-meccanica del corpo vitale può venire estesa a questo fenomeno.

Il corpo vitale nei sogni
Un altro punto da analizzare riguardo il corpo vitale, a parte la sua connessione con la morfogenesi, è l’interpretazione di esso come del portatore di emozioni, come fa Goswami nella sua interpretazione dei sogni. Per la nostra mentalità, considerare il corpo vitale un portatore di morfogenesi e di emozioni lascia molto a desiderare, a meno che non si facciano ulteriori supposizioni.

Il quadro di Sheldrake sembra fornire le supposizioni richieste, a patto che siano uniformabili al quadro della meccanica quantistica. Sheldrake postula che ogni struttura trasporta il suo campo morfogenetico. Se una struttura del tipo di un organismo incorpora sub-organismi di natura diversa, il campo morfogenetico dell’organismo incorpora i campi dei sub-organismi. Ovvero, non esiste un unico campo morfogenetico: i campi degli individui sono incorporati in quelli della specie, e campi di aspetti diversi di un individuo interagiscono. La loro interazione dà origine ad altri campi. I campi formano quello che si potrebbe descrivere come un continuum. Da questo punto di vista, si può ipotizzare che quelle che chiamiamo emozioni sono determinate in parte dal corpo mentale e in parte dal corpo vitale, ovvero sono un prodotto della loro interazione.

Goswami basa la sua interpretazione dei sogni quasi direttamente sul Vedanta, i cui concetti di consapevolezza universale e individuale sembrano sostenere le sue idee. Comunque, non sembra né necessario né desiderabile attenersi troppo fedelmente al modello del Vedanta. Quest’ultimo, dopo tutto, è solo l’inizio di una grande scienza: non possiamo aspettarci che in esso tutto sia chiaramente definito. Allo stesso modo, nessuna affermazione di “Science Within Consciousness” può essere ritenuta la risposta definitiva. Forse è meglio ritenere i cinque corpi del Vedanta un’utile approssimazione del continuum dei corpi (campi), allo stesso modo in cui parole come blu, rosso, giallo creano utili suddivisioni nello spettro ottico. Se dobbiamo prendere sul serio una concezione del genere, occorrono studi molto più approfonditi sul fenomeno del collasso (meccanico quantico o all’interno della teoria del caos). Quello che finora abbiamo delineato è solo l’abbozzo a grandi linee di un quadro generale; una teoria completa richiederà molto tempo ancora per venire alla luce. Perché ciò avvenga, un numero assai più vasto di scienziati deve cominciare a lavorare su questo quadro.

Un problema evolutivo
“Science Within Consciousness” ha cercato di usare il concetto di Consapevolezza Universale per superare alcune difficoltà incontrate dai biologi nello studio dell’evoluzione da un punto di vista neo-darwiniano. Il fenomeno dell’equilibrio punteggiato è stato studiato in modo abbastanza dettagliato. Si è notato spesso che, dopo un periodo di cambiamenti omeostatici in una specie attraverso le selezioni naturali, si forma improvvisamente una nuova specie. Questa specie non può essere spiegata come il risultato del cambiamento di alcuni geni nella specie antica: un numero molto grande di geni cambia simultaneamente. Nessuno di questi cambiamenti darebbe origine a un mutamento evolutivamente significativo.
Questo fenomeno si ritiene provocato da molti cambiamenti potenziali nella struttura avvenuti nel corso di un lungo arco di tempo, fino alla comparsa di una significativa struttura potenziale, la cui consapevolezza a quel punto collassa in stato di attualità.

Questo quadro attribuisce alla Consapevolezza una proprietà che non era tra quelle da noi usate per spiegare altri fenomeni come la consapevolezza individuale o l’origine del campo morfogenetico. Qui stiamo immaginando la Consapevolezza dotata di una specifica struttura “in mente” degna di venire attesa. Questa proprietà non concorda con il concetto vedantico dell’unità indifferenziata, che è un importante principio guida nel nostro modello. È possibile che tali punteggiature nell’equilibrio si verificano per formare molte nuove specie, alcune delle quali passano il test della selezione naturale, altre no. Ma a questo punto ci si può anche chiedere in che modo i collassi accadono solo quando una significativa combinazione di geni è disponibile in potenza. Dobbiamo forse dire che se un collasso accade prima che tutti i geni siano al loro posto, le specie corrispondenti non nascono solo perché le leggi della biologia non permettono a tali specie di esistere? O forse bisogna fare ricorso a quello sconcertante concetto del Vedanta secondo cui la Consapevolezza, essendo senza dualità, ricerca quest’ultima attraverso determinate creazioni?
Allo stato presente delle conoscenze, possiamo solo dire che esistono alcune proprietà della consapevolezza che vanno chiarite, e che allo scheletro della teoria dell’evoluzione qui abbozzata va aggiunta ancora un po’ di carne.
By Ranan Banerji
Fonte: Science Within Consciousness: http://www.swcp.com – Traduzione di Daniele Gagan Pietrini
Tratto da: scienzaeconoscenza.it
Vedi anche: http://it.wikipedia.org/wiki/Epistemologia_operativa

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Risonanza morfica e coscienza collettiva – By Luca Bertolotti – 09/09/2009
I campi morfici di ogni sistema esercitano la loro influenza su sistemi successivi mediante un processo chiamato risonanza morfica.
La risonanza morfica individua l’idea secondo cui ogni individuo facente parte di una specie, attinge alla memoria collettiva della specie – o campo morfico della specie – e si sintonizza con i suoi membri passati, a sua volta contribuendo all’ulteriore sviluppo della specie stessa.
Le implicazioni di questa teoria sono di portata immensa, per esempio in campo sociale, artistico, scientifico, ecc. Sheldrake ci offre nuovi aspetti degli istinti e dei comportamenti, ci dà nuove prospettive delle strutture sociali, in termini di campi morfici, delle forme culturali e delle idee.
Infatti, secondo la sua ipotesi, i campi morfici si estendono oltre il cervello, fin nell’ambiente circostante, legandoci agli oggetti che cadono sotto la nostra percezione e rendendoci capaci di agire su di essi attraverso le intenzioni e l’attenzione [Sheldrake R., 1999].
In campo psicologico questa ipotesi offre un substrato scientifico al fenomeno della profezia che si auto-adempie, secondo cui le aspettative di un individuo influiscono sulla condotta comportamentale di altri individui.
In campo psicoanalitico permette inoltre una lettura fisica-biologia della teoria dell’ inconscio collettivo di Carl Gustav Jung, del tele che emerge nelle dinamiche di gruppo secondo Moreno, e del concetto di peste emozionale introdotto da Wilhelm Reich (ossia di quei contagi psicologici di massa che si manifestano in gigantesche esplosioni di sadismo e criminalità).
In termini di gruppi sociali infatti, il campo morfico sottende all’idea che ogni gruppo di persone è organizzato da un campo, e che questo campo non è solo una struttura organizzatrice nel presente, ma contiene anche una memoria di quello che era quel gruppo sociale nel passato, attraverso cui ogni individuo è collegato con la risonanza morfica.
Questo processo si determina per tutti i sistemi riscontrabili in natura e corrisponde a ciò che Sheldrake ha chiamato causalità formativa, ossia il meccanismo grazie al quale le cose assumono la loro forma, o la loro organizzazione.
Tratto da http://www.spaziomente.com/articoli/Le_informazioni_invisibili_i_campi_morfici.pdf
Vedi: Cuore emettitore del CEU umano

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La causa formale di Aristotele sotto una nuova denominazione ?
Il fisiologo britannico Rupert Sheldrake ritiene che i sistemi siano regolati non solo dalle “leggi” conosciute dalla scienza, ma anche da campi da lui definiti morfogenetici, introducendo la nozione di causazione strutturale o formativa. In base alla sua teoria, quando emersero per la prima volta, le molecole di proteine avrebbero potuto ordinarsi in un numero qualsiasi di modelli strutturali: non esistono, infatti, leggi conosciute che implichino la produzione di una sola di queste forme. Tuttavia quando un numero bastevole di molecole assume una determinata configurazione, tutte le molecole successive, anche in tempi e spazi diversi, acquisiscono la medesima forma. Una volta in cui una molecola si organizza in un pattern, esso sembra influire sui patterns simili.

InInoltre questi campi emersero come novità creative della natura, ma in seguito diventarono abitudini cosmiche in grado di agire su elementi inanimati ed animati. Questo spiegherebbe la cristallizzazione sincronica di molecole complesse, l’apprendimento simultaneo o quasi di nuovi percorsi in un labirinto per opera delle cavie, ma anche la coniazione di nuovi termini, l’apprendimento di tecniche (si consideri il caso della centesima scimmia). La teoria di Sheldrake suppone che, se l’individuo di una specie impara un nuovo comportamento, il campo morfogenetico cambia, mentre la risonanza morfica, con una sorta di vibrazione, si trasmette all’intera specie.
Lo scienziato distingue anche tra causazione morfogenetica e causazione energetica: la prima è un arké che si concreta attraverso un substrato di materia-energia. Secondo la ricercatrice Maria Caterina Feole, poiché la vita è coscienza e tutto è collegato, applicando le idee della Sheldrake allo sviluppo degli stati di coscienza, si può arguire che anche tali stati siano connessi ai campi morfogenetici. In tale contesto, le cosiddette forme-pensiero sarebbero in grado di fungere da calamita verso altre forme-pensiero simili, attirando persone con caratteristiche analoghe.

L’elaborazione concettuale concisamente presentata mostra degli addentellati con la filosofia aristotelica, in ordine a quelle che lo Stagirita definì causa formale (campo morfogenetico) e causa materiale: la prima è, infatti, il modello, il principio generatore, la legge di una cosa; la seconda è la materia. Anzi pare proprio che, mutatis mutandis, Sheldrake rivisiti i concetti aristotelici passibili di stabilire un collegamento tra un quid immateriale e la sfera energetica. Anche l’espressione “campo morfogenetico” richiama il pensiero del “maestro di color che sanno”: il vocabolo greco “morphé” vale “forma”, intesa in tutta la sua gamma di possibili significati, anche piuttosto difficili da concettualizzare. Il nesso tra campo morfogenetico e campo energetico ricalca il sinolo aristotelico, unione di elemento formale e materiale. Ancora una volta Nil novi sub sole.
È comunque significativo che varie ricerche di frontiera tendano, in questi ultimi decenni, a convergere verso acquisizioni risalenti all’antichità.
Fonti: Enciclopedia di filosofia, Milano, 2002, s.v. Aristotele e causa M. C. Feloe, Dalla fisica dei quanti alla realtà, Macerata, 2007  – R. Sheldrake, A new science of life, 1981
– Fonte: Zret  – Tratto da: eciplanet.ocm

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dr. Jean Paul Vanoli, esperto per la Vera scienza, conoscenza, filosofo della vita eterna, esperto in Medicine Naturali, Scienza della Nutrizione, Bioelettronica e Naturopatia. - Consulente di: https://mednat.news - curriculum.htm -  info@mednat.news + https://pattoverascienza.com   - Curatore, Tutore, Notaio, Trustee del Trust°/Stato Persona, estero: VANOLI GIOVANNI PAOLO (VANOLI G.P. - VGP) - Human Rights Defender ONU/A/RES/53/144 1999 - Difensore dei Diritti dei batteri e virus/esosomi, cioè della Vita/Natura in genere

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